Ogm, Assobiotec: tecnologia vantaggiosa, l’Italia si conferma fuori legge

0

ROMA (Public Policy) – “Un’assurdità, non la si può definire altrimenti”. Così commenta Alessandro Sidoli, presidente di Assobiotec – l’Associazione nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie, che fa parte di Federchimica – dopo aver appreso che l’Italia ha ricevuto un avviso di procedura d’infrazione a fronte del decreto del ministero delle Politiche agricole del 12 luglio scorso che proibiva la coltivazione del mais Ogm, regolarmente autorizzato dall’Unione europea.

“L’Italia da tempo non applica le norme comunitarie. A partire dal 2000 sono stati promulgati provvedimenti regolarmente dichiarati illegittimi dal Tar e dalla Corte di giustizia. Sempre con il risultato di tagliar fuori il nostro Paese e gli agricoltori italiani dall’innovazione delle biotecnologie. Questi provvedimenti erano basati su giustificazioni pseudo scientifiche, smentite dagli organismi competenti dell’Unione europea”, ricorda Sidoli.

“E la Regione Friuli vuole proseguire su questa strada, se è vero che intende predisporre norme per la coesistenza tra le colture convenzionali e quelle geneticamente migliorate così inutilmente severe da rendere di fatto impossibile la coltivazione”, prosegue il presidente di Assobiotec. “Tutto ciò quando ormai più di quindici anni di studi ed esperienza pratica, nel mondo e in Europa, hanno dimostrato i vantaggi di queste tecnologie e l’assenza di rischi per la salute umana, animale e per l’ambiente. Intanto la coltivazione del mais in Italia, così importante per l’alimentazione animale e la filiera dei prodotti alimentari di qualità, subisce danni gravissimi a causa dei parassiti e delle contaminazioni da tossine, perdendo sempre più di competitività. Una situazione che dovrebbe stimolare una riflessione più responsabile e serena, tenendo conto dei veri bisogni del nostro settore agroalimentare”, sostiene ancora Sidoli.

“Non è un caso – conclude – che il fronte degli agricoltori pro-Ogm si stia estendendo anche in altre Regioni italiane, come mostra chiaramente la ‘Petizione pro mais transgenico Mon 810’ firmata da oltre 600 imprenditori agricoli del mantovano e inviata alla Regione Lombardia”. (Public Policy)

GAV