di Giuseppe Pastore
ROMA (Public Policy) – In uno scontro aperto tra sindacati, sembra subire una battuta d’arresto l’iter parlamentare della proposta di iniziativa popolare della Cisl sulla “partecipazione dei lavoratori al capitale, alla gestione e ai risultati dell’impresa”, approdata lunedì scorso nell’aula della Camera. Il voto sul testo, fortemente modificato dalle commissioni Finanze e Lavoro, era previsto per questa settimana. Complice lo stop dovuto alla vicenda Almasri, tuttavia, al momento l’ok dell’assemblea di Montecitorio sembra rinviato.
Lo slittamento concederà più tempo al Pd per decidere come votare. I dem, infatti, si sono schierati contro il mandato ai relatori rimettendo all’iter in aula una decisione sul voto. La scorsa settimana i deputati si sono riuniti proprio per trovare una sintesi tra gli iscritti contrari al testo modificato (sono state molte le norme soppresse) e quelli che, invece, avendo sostenuto la proposta della Cisl non avrebbero intenzione di cambiare direzione.
“Se non ci saranno adeguate aperture sarà impossibile votare a favore”, ha dichiarato a Public Policy il capogruppo Pd in commissione Lavoro Arturo Scotto. Aperture che dovrebbero arrivare con l’accoglimento di alcuni emendamenti presentati dai dem, tra i quali quelli che provano a reinserire il riferimento alla contrattazione collettiva all’interno del testo. In mancanza di queste aperture, quindi, le alterative, sarebbero l’astensione o il voto contrario.
A votare contro la nuova versione del testo saranno certamente Avs e Movimento 5 stelle. “Spiace che chi ha firmato quella proposta sia stato tradito da una maggioranza e da un Governo che l’hanno usata a proprio uso e consumo”, le parole della capogruppo M5s Valentina Barzotti. “La presenza di un rappresentante dei lavoratori anche nelle società a partecipazione pubblica, prevista nella versione iniziale del testo, è stata cancellata dalla maggioranza”, evidenzia la deputata manifestando “il fondato timore di trovarci davanti a un antipasto del piano di svendita delle quote delle nostre partecipate senza che i lavoratori possano proferire parola”.
Ma l’esame della pdl si è rivelato un terreno di scontro anche sindacale. Nelle scorse settimane, infatti, il leader della Cgil Maurizio Landini ha parlato di una “proposta al ribasso rispetto a quanto già concordato sui diritti di informazione e consultazione nei contratti nazionali ed aziendali”. Il testo, secondo il segretario della Cgil “limita la partecipazione dei lavoratori alla semplice presenza nei consigli di amministrazione, indicando una generica partecipazione agli utili e cancellando il rapporto tra salario e reale prestazione lavorativa”. (Public Policy)
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