(Public Policy) – 6 mag – “Non ci sono divisioni all’interno
del Movimento 5 stelle, ma solo un dibattito in corso.
Sapere chi o meno riconsegnerà della diaria ciò che non ha
speso è una non-notizia”. Risponde così un deputato del
movimento (che chiede l’anonimato) in merito alla polemica
sui tagli ai stipendi dei parlamentari promesso dai 5 stelle
in campagna elettorale.
“Tante volte – aggiunge – il M5s ha cercato di fare
chiarezza sulla questione degli stipendi”. Come previsto dal
Codice di comportamento del M5s “ci siamo impegnati a
rinuciare a metà dell’indennità e alla restituzione totale
del trattamento di fine rapporto. Su questo nessuno dei
deputati e senatori ha mai discusso o polemizzato. Lo diamo
per scontato”.
La proposta di restituire una parte della diaria “è venuta
solo in seguito, come ulteriore segnale nei confronti dei
cittadini, ma ripeto questa è solo una proposta, il Codice
di comportamento non lo impone”. Quindi per ora si dovrà
agire “secondo coscienza”.
Perciò, dopo aver rendicontato le spese, saranno i
parlamentari 5 Stelle a decidere quanto rendere del rimborso
delle spese di mantenimento a Roma. In ogni caso l’eletto ha
diritto a 3.500 euro al mese di diaria e 3.960 euro (4.180
per i senatori) per i collaboratori. “Le nostre restituzioni
– conclude il deputato – ammontano a 400mila euro al mese
per un totale di 25 milioni per l’intera legislatura. Ogni
mese rinunceremo a 2.500 euro e tra averli e non averli c’è
differenza. Perché nessuno chiede agli altri partiti di fare
la stesa cosa?”. (Public Policy)
SOR