(Public Policy) – Roma, 15 gen – La vera ambizione di Monti
e dei montiani è quella di creare le condizioni di un
dominio centrista, ridisegnando l’area moderata in chiave
europeista archiviando l’anomalia Berlusconi. Ma può pensare
di prescindere dalla sinistra? Se lo chiede l’ex presidente
del Consiglio Massimo D’Alema (Pd) in un’intervista
sull’Unità (o meglio uno stralcio del libro del presidente
del Copasir, “Controcorrente”, curato dall’ex deputato Ds
Peppino Caldarola).
“Penso che in qualche modo il centro – dice D’Alema –
questo centro democratico europeista sarà costretto a
misurarsi con il Pd e la sinistra. Ecco perchè Monti avrebbe
potuto svolgere un ruolo diverso, essere punto di
riferimento di un ampio arco di forze”. Scegliendo di
diventare “capo di un partito”, aggiunge il presidente del
Copasir, il ruolo di Mario Monti si ridimensiona, “dopo le
elezioni ci sarà bisogno di un’opera non semplice di
ricucitura”.
“Ci sono forze, fra quelle che hanno spinto Monti – dice
ancora D’Alema – che mantengono una riserva, una diffidenza
nei confronti della sinistra […] Si tratta di forze
espressione del mondo economico, di componenti del mondo
cattolico, in particolare quelle più istituzionali e del
mondo conservatore europeo […] in testa la signora Merkel”.
“Dietro Monti – aggiunge D’Alema – appare un robusto blocco
di interessi […] Noi abbiamo lamentato a lungo l’invadenza
di Berlusconi nelle tv, ma l’invadenza di Monti nei giornali
le cui proprietà figurano largamente tra gli sponsor e i
sostenitori della sua lista, non è meno esorbitante”.
In conclusione D’Alema (che non si è ricandidato in Parlamento)
dice che la cosa più conveniente per l’Italia è che si
governi insieme, progressisti e moderati”, ma con una “forte
caratterizzazione” di centrosinistra: “C’è un’agenda del
centrosinistra per l’Italia e per l’Europa e con questa ci
si dovrà misurare”. (Public Policy)
GAV