POLITICHE 2013, IL PD E LA CULTURA: RILANCIARE IL RUOLO DEL PUBBLICO /SCHEDA

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(Public Policy) – Roma, 30 gen – Valorizzare il settore
cinematografico e audiovisivo, promuovere gli incentivi
fiscali, rinnovare gli archivi e le biblioteche, ottimizzare
le spese per i beni culturali e migliorare le condizioni dei
lavoratori del settore. Sono le proposte del Pd per
“rilanciare la cultura”, partendo dall’armonizzazione degli
interventi fiscali.

RILANCIARE IL RUOLO DEL PUBBLICO
Il Pd reputa necessario iniziare a stabilizzare la tax
credit e la tax shelter nel settore audiovisivo. Per il
partito guidato da Bersani “occorre garantire e rilanciare
il ruolo del pubblico come propulsore di innovazione e
creatività, evitando sovrapposizioni con il privato”.

SPONSORIZZAZIONI E INCENTIVI FISCALI
Come scritto nel programma, investire in creatività e
cultura è fondamentale per far uscire l’Italia dalla crisi:
“Riaffermiamo l’esigenza di portare progressivamente
l’investimento pubblico in cultura al livello del resto
d’Europa”.

Sono necessari, inoltre, incentivi fiscali per attrarre nel
settore culturale nuove risorse private. Devono essere
ripensate e armonizzate, per l’intero settore, le
defiscalizzazioni, considerate dal Pd il principale
strumento per attrarre investimenti.

Il tasso di rischio degli investimenti costituisce una
delle principali ragioni della scarsa capacità di attrazione
del settore culturale e creativo: “Per questa ragione
occorrono politiche di incentivo disegnate sulle specificità
dei singoli ambiti culturali e occorre correggere le norme
imperfette”. Per il Pd c’è bisogno di semplificare le
procedure amministrative, di sburocratizzare le piccole
liberalità individuali, e intervenire sulle sponsorizzazioni.

ARCHIVI E BIBLIOTECHE
L’attività degli archivi, secondo il Pd, dovrebbe essere
strettamente collegata al processo di e-government della
pubblica amministrazione e gli archivisti vanno coinvolti
nei processi di innovazione tecnologica e di riforma.
La digitalizzazione ha “enormi potenzialità ma può
comportare anche rischi reali, se non adeguatamente
governata: in questo l’amministrazione archivistica riveste
un ruolo di primaria importanza, tanto in termini di
sorveglianza e vigilanza quanto di ricerca e sviluppo per la
definizione degli standard generali, anche a livello
internazionale”.

È “necessario intervenire anche sul piano normativo, a
partire dall’inserimento nel Codice dei Beni culturali e del
paesaggio di un capitolo specifico che raccolga le norme
dedicate ad archivi e biblioteche”.

I BENI CULTURALI
Per quanto riguarda i beni culturali, “occorre puntare
sulla manutenzione ordinaria, quotidiana e sulla diagnostica
preventiva più che sugli eventi e sulla
spettacolarizzazione”. La ricerca, per il Pd, è il
presupposto necessario per stabilire cosa si debba tutelare,
cosa possa essere utilizzato senza rischi e cosa, invece, si
debba escludere.

“Il bilancio del Mibac deve ritornare almeno sopra la quota
di 2 miliardi di euro”. Per ottimizzare le spese “vanno abolite le
direzioni regionali o, comunque, riformate, riservando
funzioni di coordinamento e di controllo”.

Non basta, secondo il Pd, che ci siano, come prevede la
legge, semplici progetti di valorizzazione: “È necessario
che i progetti siano sottoposti al vaglio degli uffici del
Mibac, bisogna che sia precluso ogni mutamento di
destinazione d’uso dei beni, è indispensabile che i beni
culturali non diventino merce di scambio per i Comuni
affamati dai tagli”. Inoltre, è reputato fondamentale
occuparsi delle imprese che operano nel settore dei beni
culturali, che per lo più sono medie o piccole, o ancora più
spesso micro-imprese.

CINEMA E AUDIOVISIVO
Lo sviluppo del cinema e dell’audiovisivo, come scritto nel
programma, richiede impegno e investimenti pubblici:
“Occorre mettere mano all’architettura istituzionale,
dotando il settore di una governance coordinata e plurale,
che tenga insieme gli obiettivi di promozione culturale con
l’esigenza di politiche di sviluppo. A cominciare
dall’integrazione normativa tra cinema e audiovisivo”.

La governance pubblica per il cinema e l’audiovisivo “deve
essere orientata ad obiettivi culturali e di interesse
collettivo tra cui: la formazione e la qualificazione
professionale; il sostegno e la promozione della
sperimentazione, dell’innovazione dei linguaggi, delle opere
prime e seconde e delle opere difficili; la promozione
estera; la diffusione del cinema e dell’audiovisivo presso
il pubblico”.

“È del tutto evidente che le risorse messe a disposizione
da Rai e Mediaset sono oggi indispensabili per sostenere la
crescita industriale del settore”.

ARTE CONTEMPORANEA
Per il partito guidato da Bersani è necessario “sostenere i
giovani artisti del contemporaneo, adeguare le norme in
materia di fiscalità e detraibilità degli investimenti
privati in arte, agevolare l’accesso ai finanziamenti
europei, favorire il superamento di blocchi di interesse a
vantaggio di una capacità di fare rete che consenta ai
nostri artisti e galleristi di essere competitivi al livello
internazionale”.

LAVORO E WELFARE
Il Pd ritiene inoltre che occorrano misure complesse e
diversificate per valorizzare i lavoratori della cultura,
tenendo conto delle condizioni e delle difficoltà dei
diversi settori. Il lavoro dello spettacolo, ad oggi, è
escluso dall’assicurazione contro gli infortuni,
dall’indennità di maternità, da forme di sostegno del
reddito per i periodi di non lavoro: “Bisogna provvedere
assolutamente con una legge specifica sul welfare”.

IL PROFESSIONISTA DEI BENI CULTURALI
Il titolo necessario a qualificare il professionista dei
beni culturali, secondo il Pd, è la laurea quadriennale o
specialistica. Per permettere che queste professionalità
vengano riconosciute dal mondo accademico la politica deve
fare la sua parte “favorendo, ad esempio, l’inserimento
delle nuove professioni legate all’innovazione tecnologica”.
(Public Policy)

DAP