La proposta Ue sui trasporti che non piace ai Governi

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ROMA (Public Policy) – La proposta di regolamento Ue “presenta elementi di vulnerabilità in termini di base giuridica” perché i trattati europei non prevedono che le istituzioni comunitarie “disciplinino i trasporti nazionali”. Né rispetta il principio di sussidiarietà, perché il settore dei trasporti nazionali “è ambito di intervento escluso alla competenza comunitaria”.

E va aggiunto che la scelta compiuta dalla Commissione Ue “mira a una liberalizzazione molto più radicale di quanto sia oggi previsto, il che costituisce una scelta non neutrale e di natura politica”, anche perché si potrebbero configurare perdite di posizione dei vettori italiani.

È questo il contenuto, in sintesi, della relazione del Governo (compiuta dal ministero dei Trasporti), trasmessa la settimana scorsa al  Parlamento, in relazione alla proposta di regolamento Ue che modifica il regolamento 1073 del 2009 e che fissa norme comuni per l’accesso al mercato internazionale dei servizi di trasporto effettuati con autobus.

La proposta delle istituzioni Ue, datata 15 novembre 2017, è giunta ora all’esame delle Camere per il parere sul rispetto del principio di sussidiarietà: c’è tempo fino all’11 gennaio (ma lo ‘stop’ dell’Esecutivo peserà quasi certamente sul parere che dovranno esprimere Camera e Senato). Tra l’altro, il 13 dicembre scorso, è già arrivato il primo parere negativo della commissione per gli Affari europei del Parlamento spagnolo: per loro la proposta Ue viola il rispetto del principio di sussidiarietà.

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IAC