ROMA (Public Policy) – “In questo caso credo che la scelta” di astenersi “sia stata giusta. L’astensione ha consentito di migliorare alcuni aspetti del documento ma non in maniera sufficiente” perché la risoluzione “è un po’ a senso unico, nel senso che si condanna il razzismo e il totalitarismo nella loro versione nazista e di destra, e non si fa mai menzione delle forme di totalitarismi che abbiamo avuto in Europa nell’ultimo dopoguerra, e in secondo luogo il linguaggio in alcuni aspetti rischia di pregiudicare valori fondamentali come la libertà di espressione e i diritti umani fondamentali”.
A dirlo è stato il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, in aula alla Camera, rispondendo a un’interrogazione della Lega Nord sul perché l’Italia si fosse astenuta, il 21 novembre 2014, in occasione del voto all’Onu su una risoluzione sulla lotta “alla glorificazione del nazismo, del neonazismo e delle altre tendenze suscettibili di alimentare le forme contemporanee del razzismo, della discriminazione razziale, della xenofobia e della connessa intolleranza”. (Public Policy)
NAF