di Francesco Ciaraffo
ROMA (Public Policy) – “Il navigator precario va a lavorare da qualche altra parte? Magari, li stabilizziamo tutti. Sarebbe un piano eccellente di stabilizzazione. Saremmo il punto di partenza per un lungo percoso di stabilizzazione professionale nel privato”. Parole di Domenico Parisi, il neo presidente Anpal, rispondendo al deputato di Fratelli d’Italia, Walter Rizzetto, che in audizione nelle commissioni Lavoro e Affari sociali alla Camera aveva sollevato il rischio che i navigator, durante la propria mansione, possano venire a conoscenza di opportunità professionali allettanti (e magari stabili) e quindi approfittarne.
Un rischio? Assolutamente no, per il professore della Mississippi State University, anzi, un’opportunità. Eppure, proprio sui navigator si sta consumando uno scontro tra Governo e Regioni che rivendicano la competenza in materia. Quindi un po’ stupisce che il presidente dell’Agenzia per le politiche attive pensi che dopo tutto il frastuono (e l’aspettativa) creato intorno ai navigator questi possano uscire dal sistema senza impatti. Anzi, se lo augura.
“Alla provocazione, ma nemmeno tanto, che i ‘navigator appena trovano un buon posto di lavoro se lo tengono per loro stessi’ considerato che sono essi stessi precari che cercheranno di formare altri precari, Parisi ha confermato, in modo innovativo, che se lo augura. A questo punto – dice a Public Policy l’autore della domanda, Rizzetto – dobbiamo arrenderci innanzi a un disastro annunciato ma penso inevitabile, anche a seguito della confusione che ormai si è creata con le Regioni. È di tutta evidenza che queste non sono politiche attive. Provo una sincera ammirazione per Parisi che, a quanto pare, probabilmente non immagina nemmeno quanto la sua carriera sarà purtroppo compromessa al solo fine di coprire provvedimenti poco funzionali e per nulla incisivi”.
@fraciaraffo