di Gaetano Veninata
ROMA (Public Policy) – Se c’è un ministro che – nel gioioso rassemblement governativo – rappresenta un mistero buffo, è l’ex magistrato, teorico del garantismo, amante del buon vino e dello spritz, Carlo Nordio. Il suo mito è Churchill (lo è anche di Carlo Calenda, chissà che ne penserebbe Sir Winston di questi strani fan) e tra le sue frasi famose ricordiamo il “siete tutti intercettabili, e probabilmente intercettati”.
Nordio ha, insomma, un curriculum da liberale all’italiana DOC, e non ha avuto esitazioni (crediamo, speriamo) nell’accettare di diventare ministro della Giustizia della Repubblica italiana in un Esecutivo composto da altri DOC, di altro tipo ma sempre DOC, come Francesco Lollobrigida, Matteo Salvini o Gennaro Sangiuliano.
Detto ciò, sono molti e variegati i provvedimenti sulla giustizia licenziati da questo Governo: dalla lotta senza paura contro i rave (uno dei primi fondamentali atti di Nordio) al decreto svuota-carceri che non svuota le carceri (uno degli ultimi fondamentali atti di Nordio). Fino all’abolizione dell’abuso d’ufficio. Che ha fatto guadagnare un altro titolo al Guardasigilli: mago.
Devis Dori (Avs): Esprimeremo un voto di contrarietà a quello che, in realtà, passa alla storia come il disegno di legge Nordio, ma che noi, in maniera più opportuna, abbiamo definito e ribattezzato il disegno di legge Silvan, nel senso di mago Silvan, considerato che il ministro Nordio, come il mago Silvan, fa sparire, con questo disegno di legge, il reato di abuso d’ufficio per poi farlo risorgere in un altro provvedimento, il decreto-legge Carceri, sotto false vesti, con un nuovo articolo 314-bis, quindi, un nuovo reato nel nostro codice penale, in questa abbuffata davvero panpenalistica e sotto il nome di “indebita destinazione di denaro o cose mobili”.
Roberto Giachetti (Iv): Avete abrogato l’abuso d’ufficio, dovendo, però – come vi accade spesso ogni volta che toccate la materia della giustizia, ministro – pagare comunque un dazio alla magistratura. Perché avete dovuto inserire nel decreto Carceri una fattispecie che è stato un contentino per evitare, come spesso accade, che il sindacato dei magistrati, qualunque cosa si tocchi sulla giustizia, alzasse le barricate.
Federico Gianassi (Pd): Signor ministro, c’è stata già una clamorosa retromarcia. Lei non ha avuto il coraggio di venire in quest’aula a presentare un emendamento all’articolo 1 per introdurre il “peculato per distrazione”; lei è scappato nel Consiglio dei ministri con un provvedimento d’urgenza, senza aver spiegato prima perché vi fosse urgenza e, prima ancora di aver abrogato l’abuso d’ufficio, ha introdotto nell’ordinamento l’abuso d’ufficio-bis.
Chapeau. (Public Policy)
@VillaTelesio