L’emendamento per “silenziare” le proteste contro Tav e Ponte

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ROMA (Public Policy) – È in arrivo un’aggravante per cui “se la violenza o minaccia è commessa al fine di impedire la realizzazione di un’opera pubblica o di un’infrastruttura strategica, la pena è aumentata”.

Lo prevede un emendamento riformulato a prima firma del capogruppo della Lega in I Igor Iezzi e sottoscritto da tutti i partiti di maggioranza, approvato al ddl Sicurezza dalle commissioni Affari costituzionali e Giustizia alla Camera.

La riformulazione in sostanza va in una direzione più soft rispetto a un testo precedente e stabilisce di non prevedere più l’aggravante a effetto speciale che può incrementare le pene fino a due terzi ma l’aggravante comune le cui pene possono essere aumentare fino a un terzo bilanciato con le circostanze attenuanti.

La proposta di modifica è stata approvata all’articolo 14 del disegno di legge. L’emendamento che ha ottenuto il via libera è stato criticato fortemente dalle opposizioni, secondo cui il rischio è quello di “silenziare” le proteste contro il ponte sullo stretto di Messina. Ma non solo, a sentire le parole del sottosegretario all’Interno Nicola Molteni: “Più che no Ponte è no Tav: non si sanziona il dissenso ma la violenza o la minaccia” nei confronti degli agenti. “Si può dissentire ma nel rispetto delle regole noi non ce la prendiamo con i manifestanti ma con i violenti”. (Public Policy) RIC-GAV