di Gaetano Veninata
ROMA (Public Policy) – Leggendo i giornali, ascoltando i telegiornali, anche solo limitandosi ai titoli, è tutto un simpatico battibeccare tra Stato e Regioni – e dico Stato per non dire Draghi, per carità – tra Toti e non Toti, tra Salvini e la Toscana, eccetera eccetera eccetera. Ora, siccome il nome di questa rubrica è Resocónto, è il resocónto ha da essere parlamentare per essere vero resocónto, io mi chiedo: ma il Parlamento – oltre a chiedere i vaccini – che fa?
C’è il leghista che parla di capital-comunismo, ad esempio:
“Onorevole presidente, onorevoli colleghi, credo che pochi possano dire di essere più convintamente liberali e liberisti di come io sento di essere. Tuttavia, nel caso di Amazon e in tanti altri casi non credo si possa proprio parlare di libertà di mercato, ma del suo opposto […] Provate su Internet a cercare un negozio di qualche cosa a Roma, un negozio fisico; anche se lo precisate, prima di trovarne uno, trovate venti proposte di vendita di corrispondenza di Amazon. Signori, questa ibridizzazione non è una buona cosa per la libertà dei cittadini. Ognuno può chiamarlo come gli pare, ma io lo chiamo capital-comunismo“. (Giuseppe Basini in aula alla Camera, 23 marzo 2021).
L’ex grillino che cita Checco Zalone:
“Mandare un sottosegretario che non ha la minima contezza di ciò che si vota in aula ci pare abbastanza assurdo; serve gente competente al Governo e che capisca dove sta lavorando soprattutto, perché qui, presidente, siamo allo stesso livello dei film di Checco Zalone, quando si diceva: ‘Ma è del mestiere questa’?“. (Andrea Colletti in aula alla Camera, 23 marzo 2021).
Un’altra ex grillina (oggi in Liberi e uguali) che provoca il Messia:
“Non ci andrò leggera, signor presidente del Consiglio. Con questa nostra proposta di risoluzione non le abbiamo chiesto di eliminare il capitalismo, che è alla base di questa situazione di pandemia globale e di crisi socio-economica. No, non glielo abbiamo chiesto”. (Paola Nugnes in aula al Senato, 24 marzo 2021).
Peccato.
C’è, infine, il filosofo meloniano:
“L’economia non si è mai fermata neanche sotto le bombe, sotto le guerre sia la Prima che la Seconda Guerra mondiale. Il rischio, la paura della morte, fa parte della filosofia orientale e occidentale. Non possiamo cancellarla, dobbiamo sfidarla con coraggio, dobbiamo assicurarci di fare meno vittime possibili, ma non chiudendo tutto, perché chiudendo tutto noi stiamo creando le condizioni per la povertà, la fame e la rabbia sociale” (Federico Mollicone in aula alla Camera, 22 marzo 2021). (Public Policy)
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(foto: cc Palazzo Chigi)