di Gaetano Veninata
ROMA (Public Policy) – “È Natale, e a Natale si può dare di più”, recita un noto spot pubblicitario che ogni anno, di questi tempi, tortura i cervelli dei pur distratti telespettatori. Eppure è vero, che si può dare e fare di più, senza dubbio. Lo sanno per primi i nostri cari rappresentanti, lo sa financo il serissimo Draghi, che è riuscito questa settimana con sforzo empatico encomiabile a fare gli auguri di buone feste a tutti i parlamentari.
Ghiotta occasione, per alcuni di loro, per ricambiare a modo loro la cortesia.
“Voglio dire ‘buon Natale’ – sottolinea in aula alla Camera la deputata di Coraggio Italia Maria Teresa Baldini – perché dire ‘buon Natale’ ha un significato diverso di dire ‘buone feste’; ha il significato di dire che tutti andiamo verso la stessa direzione, verso la capanna, tutti verso l’obiettivo di poter dare un contributo a tutti e tutti allo stesso modo”. E nella capanna trova il suo collega di partito, Guido Germano Pettarin, che rivolto ai colleghi dice: “Permettetemi di iniziare questo intervento con un augurio, significativo: buon Natale! Buon Natale, con forza! Buon Natale, Unione europea! Buon Natale all’occhiuta burocrazia dell’Unione europea“.
Occhiuta burocrazia che infastidisce anche Mauro Lucentini, della Lega: “C’è un documento della Commissione europea che addirittura pretendeva di dirci cosa dire, se dire ‘buon Natale’ oppure ‘buone feste’ […] Oltre allo sdegno della Santa Sede, c’è lo sdegno di un’intera comunità che ha origini cristiane, alle quali non vuole e non può rinunciare; e non vuole rinunciare al Natale, non vuole rinunciare alla mamma, non vuole rinunciare al papà, non vuole rinunciare al crocifisso e non vuole rinunciare al presepe. Se non altro, se non come parlamentare, come presidente di un ente presepi“.
Ma non tutti vivono benissimo le festività. Sono gli alternativi di Alternativa (ne abbiamo già abbondantemente parlato) a disturbare il clima natalizio di auguri reciproci e fantasiosi: “Trent’anni fa tramontava l’Urss, oggi sorge l’Ursula – dice in aula Pino Cabras – Benvenuti nella ‘Pfizercrazia‘, benvenuti nell’era dell’attacco al lavoro, della demolizione del turismo e dei falchi tedeschi pronti a attaccarci ancora!”. Non male neppure il suo compagno di banco Francesco Forciniti, che rivolto a Draghi dice quasi con gentilezza: “Poi, l’ultima cosa, che sarebbe la migliore di tutte: se ne vada! Andatevene, fatevi sostituire con persone più credibili di voi e la gente si vaccinerà, senza ricatti di Stato”. (Public Policy)
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