di David Allegranti
ROMA (Public Policy) – Ma può farcela o no il “patriota” Silvio Berlusconi? A distanza di settimane dal lancio della (auto)candidatura dell’ex Cavaliere, viene da prendere sul serio – giusto il tempo di una nota politica – l’opzione Berlusconi al Colle. Non fosse altro perché l’ex presidente del Consiglio ha cercato davvero di avviare una campagna elettorale per raggiungere la presidenza della Repubblica, nel tentativo di chiudere una pluridecennale guerra di religione. Sono tuttavia troppe le resistenze che sta incontrando. Non ultimo il solito vecchio Pd alle prese con i riflessi pavloviani, stavolta rafforzati da chi per anni ha descritto Berlusconi come “lo psiconano” (citofonare M5s). Pd e M5s sarebbero pronti ad abbandonare l’aula qualora il centrodestra ci credesse davvero. Neanche Matteo Renzi, al quale non dispiace il baccano, sembra crederci molto. Parlando con La Nazione, rimprovera il centrodestra di non avere una strategia, cosa che il Pd guidato da Renzi stesso aveva quando fu scelto l’attuale capo dello Stato: “Ma noi avevamo una strategia, andare alla quarta votazione, e un candidato poco conosciuto ma molto forte, Sergio Mattarella. Oggi la destra ha i numeri. Non mi pare che abbia però né una strategia né il candidato. A gennaio spero che arrivino tutti con le idee più chiare”.
Il leader di Italia viva, partito che conta 42 parlamentari in tutto (27 alla Camera e 15 al Senato) potrebbe essere l’ago della bilancia, quindi le parole di Renzi vanno lette anche come un tentativo di incontro: se trovate un nome giusto, vi sosteniamo, sembra dire Renzi. Ma Berlusconi potrebbe contare sul voto di qualche 5 stelle, come ha spiegato anche Gregorio De Falco, ex M5s ora nel Misto, dicendo che in sette alla Camera sarebbero pronti a votare per lui. Il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli è invece sicuro che Berlusconi “non avrà mai il voto di nessuno del M5s. Noi non riteniamo che sia la figura di garanzia giusta per fare il capo dello Stato. Servono ragionamenti su persone che uniscano il Paese”. Ma nel segreto dell’urna è tutto possibile, come insegna la storia dei 101 di Prodi. Chi dice che, al contrario, non ci potrebbe essere davvero qualche grillino disponibile a votare per l’odiato Berlusconi? In fondo i 5 stelle hanno già rivisto qualsiasi posizione politica tenuta negli ultimi dieci anni. Che cosa manca ancora se non scegliere il leader di Forza Italia come capo dello Stato?
Resta comunque da capire se tutto il centrodestra voterebbe in maniera compatta per Berlusconi. Certe volte si ha l’impressione che sia Matteo Salvini sia Giorgia Meloni coltivino la tentazione di maramaldeggiare, usando il nome di Berlusconi come specchietto per le allodole.
E un bis di Mattarella? Renzi al quotidiano fiorentino ha spiegato di averlo “sempre escluso” e “conoscendolo credo che non cambierà idea”. Mattarella ha ribadito peraltro anche la settimana scorsa che non intende fare un secondo mandato, incontrando il corpo diplomatico accreditato in Italia: “È con grande piacere che torno ad accogliervi al Quirinale per il saluto di fine anno. Oggi, per me, è anche l’occasione di un commiato”. Non si capisce che cos’altro debba dire il presidente della Repubblica per ribadire la propria indisponibilità a un nuovo giro, magari a termine, a progetto, al Quirinale.
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(foto Daniela Sala / Public Policy)