IL MINISTRO DELL’AMBIENTE: NON FAREMO NUOVA MALAGROTTA, L’EUROPA CI CONTROLLA
(Public Policy) – Roma, 13 set – No alla cattiva qualità del
conferito in tutte le discariche d’Italia e a un nuovo piano
discaricocentrico. “Presidio fisso di polizia
giudiziaria per verificare la qualità dei rifiuti delle
nuove discariche o altri impianti che dovranno essere
realizzati per la Capitale, compresa quella che dovrà
sostiture Malagrotta, che chiuderà entro il 30 settembre”.
Risponde così in Aula alla Camera il ministro dell’Ambiente
Andrea Orlando a un’interrogazione presentata dal capogruppo
del Pdl Renato Brunetta, in merito alla chiusura della
discarica di Malagrotta (del IX municipio di Roma) e alla
sua sostituzione con un’altra discarica da aprire nelle aree
comprese tra via Laurentina e via Ardeatina (precisamente in
località Falcognana). Secondo Brunetta l’esproprio – per la
realizzazione della nuova discarica – costerà 140 milioni.
“Non possiamo rinfilarci in un’altra vicenda Malagrotta –
aggiunge il ministro – non possiamo perché anche l’Europa ci
controlla”. E sugli obiettivi contenuti nel Piano
anti-rifiuti per Roma (varato nel 2012), precisa: “Non
vogliamo costruire un nuovo piano discaricocentrico. Oltre
alle discariche, abbiamo agevolato il conferire di rifiuti
con alto potere calorico anche fuori Regione e abbiamo
aumentato la raccolta differenziata. Queste ultime due
iniziative con il tempo potranno essere quelle prevalenti,
ma al momento non possiamo pensare di non utilizzare alcune
discariche”.
Sulla discarica di Malagrotta, spiega: “È stata aperta una
procedura d’infrazione dalla commissione Europea. Il 26
giugno ho chiesto al Noa (Nucleo operativo antibracconaggio;
Ndr) di verificare la funzionalità del Tmb (Trattamento
meccanico-biologico). A quel giorno, la discarica di via
Salaria funzionava al 85,63%, al 104% quella di Malagrotta 1
e 105% Malagrotta 2. Ad agosto, ho scritto precisando quali
sono le qualità del conferito che deve essere trattato in
tutte le discariche italiane”.
Sulla proprietà e gestione di Malagrotta, il ministro
aggiunge: “Le verifiche che io ho chiesto al prefetto
Giuseppe Pecoraro nascono da una notizia di stampa, non sono
previste per legge. Semplicemente ho chiesto di controllare
se intorno a questa discarica ci sono infiltrazioni mafiose;
mi è stato risposto che non ci sono. Abbiamo cercato di
verificare se esistono realmente caratteri ostativi per la
stipula del contratto tra la società gestore e la Pubblica
amministrazione, ma al momento non sono emerse dalle
indagini delle violazioni”.
“Con il decreto Fare – continua il ministro Andrea Orlando –
il commissario (per l’emergenza rifiuti a Roma Goffredo Sottile; Ndr)
è autorizzato a derogare alle norme attuali se ne necessita
per portare a termine gli adempimenti. Al ministero non
risulta che il commissario abbia agito al di là dei suoi
poteri” come contestato nell’interrogazione Pdl a firma del
capogruppo Renato Brunetta.
In merito al sito che potrebbe sostituire la discarica di
Malagrotta (Falcognana al Divino Amore), già individuato dal
commissario Sottile “il ministero delle Infrastrutture –
spiega Orlando – ha deciso di verificare la capacità delle
arterie stradali intorno all’area, connesse al passaggio dei
veicoli pesanti. Il commissario ha detto che terrà conto
delle viabilità attuali, evitando le strade più utilizzate e
aprendo nuove vie per l’accesso alla nuova discarica”.
Il ministero della Salute – prosegue – “fino a ora non
interpellato, offrirà il suo supporto tecnico. Verranno
analizzate le acque sotterranee il terreno circostante, ma
verrà anche valutata la qualità dell’area per controllare
che non ci siano delle alterazioni. Verrà fatta un’indagine
epidemiologica per tutelare la salute umana e ambientale”.
INCENERITORI, ORLANDO: ALTERNATIVE? LE CERCHEREMO, MA ORA SMALTIRE ECOBALLE
LO DICE IL MINISTRO DELL’AMBIENTE IN AULA ALLA CAMERA
(Public Policy) – Roma, 13 set – “Chiamerò nei prossimi
giorni i principali istituti di ricerca del Paese per vedere
se ci sono altre ipotesi da poter percorrere (rispetto alla
costruzione di altri termovalorizzatori; Ndr). Anche la
strada degli inceneritori ha le sue problematicità, ma
mentre cerchiamo un’alternativa non possiamo disapplicare la
normativa vigente, le ecoballe vanno smaltite”.
Risponde così in Aula alla Camera il ministro dell’Ambiente
Andrea Orlando a un’interrogazione presentata dal deputato
M5s Salvatore Micillo, in merito alla realizzazione di un
termovalorizzatore nel territorio di Giugliano, in provincia
di Napoli. Secondo gli interroganti, la costruzione
dell’inceneritore “è a rischio di infrazione comunitaria,
visto i nuovi orientamenti dell’Unione europea in tema di
rifiuti nonché dei programmi europei mettono al bando dal
2020 gli inceneritori”.
Al momento, ricorda Orlando, in tema di smaltimento di
rifiuti la commissione europea “ha aperto nei confronti
dell’Italia 29 procedure d’infrazione, ma alla fine di
quest’anno verranno ridotte a meno di 15”.
E aggiunge: “Come si fa ad adempiere alle indicazioni
europee che ci chiedono di affrontare il problema delle
ecoballe e la diminuzione di rifiuto indifferenziato? Sono
disposto a rivedere il sito di Giuliano per trovarne uno
alternativo, possiamo dire all’Europa che il
termovalorizzatore non lo facciamo più ma dobbiamo trovare
un’altra soluzione convincente per lo smaltimento delle
ecoballe”.
“C’è bisogno – conclude – di distinguere l’insieme dei
fenomeni illegali in tema di rifiuti, da quelle che sono le
procedure per la costruzione dell’impiantistica. Possiamo
dire che la costruzione degli inceneritori non è la scelta
migliore per il Paese, ma non si può equipararla a una
discarica abusiva o che smaltisce i rifiuti illegalmente”.
(Public Policy)
SOR