La riforma delle Agenzie (non) finisce nel decreto Fisco

0

aggiornamento 15 novembre: è stato ritirato l’emendamento del Governo sulla riforma delle Agenzie fiscali (su cui fino all’ultimo non c’è stato accordo nella maggioranza e tra maggioranza e Ala). La norma potrebbe essere ripescata in manovra, anche se sarebbe una misura ordinamentale e dunque potrebbe incappare nella tagliola delle ammissibilità.

ROMA (Public Policy) – Il relatore al dl Fisco, Silvio Lai (Pd), ha depositato un emendamento di 31 pagine in commissione Bilancio al Senato per rivedere parte dell’organizzazione dell’Agenzia delle entrate e dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli.

Tra le altre cose la proposta di modifica al collegato alla manovra, che deve essere ancora posta ai voti, dà una maggiore autonomia organizzativa alle Agenzie, sia per quanto riguarda i concorsi interni per i dirigenti sia per le posizioni organizzative speciali.

Con l’emendamento del relatore al dl Fisco, dunque, arriva una vera e propria riforma delle Agenzie fiscali. A queste, infatti, viene innanzitutto ridata autonomia organizzativa. Ma non solo, perché la prima parte della proposta al collegato alla manovra punta a rinforzare le regole per la lotta all’evasione e lega gli obiettivi delle Agenzie a risultati concreti.

E ancora: tra le novità più importanti arriva l’allungamento degli incarici dei vertici delle Agenzie, che passeranno da tre a massimo cinque anni. In ogni caso verrà mantenuto lo “spoil system”.

Per quanto riguarda i concorsi interni, invece, l’emendamento punta a disciplinarli garantendo una riserva sull’anzianità maturata all’interno all’azienda. Infine, arrivano le posizioni organizzative ad elevata responsabilità all’interno delle agenzie. (Public Policy) SOR-VIC