(Public Policy) – Roma, 28 mag – Una riunione infuocata.
Così viene descritto il vertice di maggioranza che si è
tenuto questa mattina al Senato in vista della
presentazione, domani, alla Camera e al Senato della mozione
che avvierà il percorso delle riforme.
Nella maggioranza, viene detto, c’è “la condivisione sostanziale
sull’impianto delle riforme” ma rimangono due punti del contendere
tra Pd e Pdl: le modifiche da apportare al Porcellum e la
composizione della Commissione dei 40. Le posizioni restano
distinte, tanto che subito dopo il vertice di maggioranza il
Pd si è riunito a porte chiuse e probabilmente ci sarà un
nuovo vertice con le forze che supportano il Governo nel
primo pomeriggio.
MODIFICHE AL PORCELLUM E CLAUSOLA DI SALVAGUARDIA
Per quanto riguarda la legge elettorale, nell’ultima
riunione a Palazzo Chigi si era deciso di provvedere prima a
mettere “in sicurezza” il sistema correggendo il Porcellum
(in particolare per quanto riguarda il premio di
maggioranza) e poi successivamente, di pari passo con le
altre riforme costituzionali, modificare la legge elettorale
tout court.
Il Pdl ora ha però intenzione di presentare domani una
mozione in cui venga specificato che si procederà a
“modifiche minime, una riforma minimalista” del Porcellum.
Il Pd invece non vuole sia specificata nella mozione alcune
restrizione di azione.
Il capogruppo del Pd al Senato Luigi Zanda sull’argomento
dice: “Il tema della legge elettorale è un tema sostanzioso.
Non penso che nella mozione debba esserci l’indicazione di
quale sarà la formula del contenuto” delle modifiche. Il
contenuto va infatti discusso “separatamente e al di fuori
della mozione”.
Sul tema, racconta una fonte, ci sarebbe stato anche uno
scontro, durante il vertice di maggioranza, tra i capogruppo
Pdl e Pd alla Camera, Renato Brunetta e Roberto Speranza.
COMPOSIZIONE DELLA COMMISSIONE DEI 40
Altro terreno di scontro è la composizione della
commissione dei 40, che dovranno avviare le riforme. Il Pdl
vuole avere gli stessi componenti del Pd in commissione.
“Il Pd alla Camera – ha detto il capogruppo del Pdl alla
Camera Renato Brunetta – ha ottenuto un superpremio di
maggioranza che moltiplica per tre i suoi numeri, anche se
c’è stato un sostanziale pareggio con il Pdl”.
Dopodiché entrambi, per garantire la giusta rappresentanza
a tutte le forze, “si sacrificheranno a favore delle minoranze“.
Per il capogruppo del Pd al Senato Luigi Zanda, invece,
“bisogna procedere con equilibrio e trovare un modo per
riproporzionalizzare la presenza dei partiti, ma tenendo
conto del numero effettivo dei parlamentari”.
SI TROVA LA QUADRA PER ACCORCIARE TEMPI
Un punto di convergenza che si è trovato, invece, è sulla
necessità di accorciare a due mesi il tempo per
l’approvazione finale delle riforme costituzionali.
“Sarà accorciato da tre a due mesi, quindi si passerà da 90
giorni a 60 giorni, il tempo che deve intercorrere di
intervallo tra la prima lettura dei due rami del Parlamento
e la seconda lettura”, ha annunciato Renato Schifani.
(Public Policy)
VIC