ROMA (Public Policy) – Il confronto nella maggioranza sul decreto Semplificazioni fa saltare due norme della bozza: il condono edilizio e le assunzioni nella Pa. Questo il risultato di un vertice di Governo e maggioranza che si è tenuto ieri sera a Palazzo Chigi. In particolare sul condono ci sarebbe stato un braccio di ferro tra Conte (appoggiato dal Movimento 5 stelle) e tutte le altre forze della maggioranza, contrarie alla sanatoria: il premier alla fine ha dovuto cedere, pur contestando che si trattasse di un vero condono (“Le sanzioni sono confermate”).
L’altra norma stralciata era per le assunzioni nella Pubblica amministrazione con una procedura più snella, e riguardava in particolare il Mibact e gli incarichi dirigenziali a termine a chiamata diretta. Il testo definitivo del decreto potrebbe essere discusso dal Consiglio dei ministri già domani, mentre continua a rimanere irrisolto il rebus Mes sanitario, che spacca la maggioranza (e anche il centrodestra). Come è noto, il Movimento 5 stelle è estremamente contrario ad accedere alla linea di credito speciale – che garantirebbe all’Italia 36 miliardi con tassi di interesse vicini allo zero – mentre Pd, Iv e Leu sono favorevoli. Trovare una sintesi al momento appare estremamente complesso, e forse una decisione definitiva potrebbe esser presa solo dopo il Consiglio europeo del 17-18 luglio (che dovrà trovare un’intesa sul Recovery Fund).
Da segnalare che oggi alle 15 nell’aula di Montecitorio il premier risponderà di persona al question time, e vedremo se in tale sede saranno toccati anche gli argomenti politicamente più caldi. Restando alla Camera, nella commissione Bilancio è entrato nella fase finale l’esame del decreto Rilancio (le ultime notizie le trovate in abbonamento sul nostro notiziario: news.publicpolicy.it), il provvedimento-manovra da 55 miliardi. I lavori riprendono alle 10, e andranno avanti anche nel pomeriggio (a partire dalle 15), con l’approdo in aula atteso venerdì. Riguardo alle le novità, attraverso un emendamento si va verso il Superecobonus al 110% anche per le seconde case. Una modifica rivede interamente l’articolo 119 del dl, e prevede che le agevolazioni possano essere utilizzate al massimo per due unità immobiliari per famiglia, inglobando così anche le seconde case.
Cambierà anche la norma che prevede la possibilità di cedere il super ecobonus al 110%. I relatori hanno messo a punto la riformulazione di un emendamento che riscriverà interamente l’articolo 121. Nel dettaglio, per quanto riguarda lo sconto in fattura, la proposta precisa che il credito di imposta spettante al fornitore sarà pari alla detrazione originariamente spettante al beneficiario indipendentemente dal livello dello sconto applicato. Si tiene conto, in tal modo, del fatto che le detrazioni di cui all’articolo 119, hanno una aliquota pari al 110% della spesa, mentre lo sconto non può essere superiore all’intero importo della spesa sostenuta. Inoltre, si precisa che la trasformazione della detrazione in credito di imposta opera solo nel caso della sua cessione ad altri soggetti, e si stabilisce anche la possibilità di optare per la cessione e lo sconto ad ogni stato di avanzamento lavori in relazione alla singola fattura emessa, precisando che anche in tali ipotesi è possibile optare per lo sconto o la cessione in luogo della detrazione spettante. (Public Policy) PAM