SANITÀ, LE POSIZIONI DEI POLITICI SUL DECRETO BALDUZZI

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(Public Policy) – Roma, 13 feb – In diretta a Radio Anch’io
i candidati alle prossime elezioni si confrontano
sull’attuazione del decreto Balduzzi sulla riforma della sanità.

“Lo sciopero mi è sembrato
venato da corporativismo”. Il ministro della Salute, Renato
Balduzzi, candidato della lista Scelta civica con Monti per
l’Italia in diretta a Radio Anch’io commenta lo sciopero di
ieri dei ginecologi e delle ostetriche. Balduzzi spiega che
la sua riforma della sanità è intervenuta per la prima
volta, sul problema della responsabilità del personale
sanitario e sui costi per le assicurazioni: “Siamo riusciti
a mettere alcuni punti fermi”. Gli interventi sul tema del
decreto Balduzzi, “rendono più sereno il lavoro dei
sanitari, senza deresponsabilizzarli, non posso non tutelare
il diritto alla salute di ciascuno di noi”.

Balduzzi non è sorpreso dalle difficoltà di applicazione
della riforma sanitaria, “sapevamo che il problema sarebbe
stato l’attuazione” e promette nelle prossime settimane, il
completamento dei provvedimenti attuativi.

Sul piatto c’è la messa a norma degli ospedali, il riordino
della medicina di famiglia (con i presidi ospedalieri h24),
il sovraffollamento dei pronti soccorso. Poi ci sono i nuovi
livelli essenziali di assistenza, che le regioni dovranno
garantire con i rimborsi, tra queste le malattie rare e
l’epidurale: “Le regioni rispondono che c’è un problema di
risorse ma le risorse noi le abbiamo trovate” conclude
Balduzzi.

BARANI (PDL): RIPORTARE LA COMPETENZA ALLO STATO CENTRALE
“E’ lecito, sono nella
mannaia dei magistrati, che li stritola”. Così Lucio Barani,
Pdl, componente della commissione Affari sociali della
Camera, commenta lo sciopero dei ginecologi e delle
ostetriche di ieri. Il punto sono i costi della medicina
difensiva e la responsabilità civile e penale dei medici e
del personale sanitario. Sulla riforma della sanità
introdotta dal decreto Balduzzi, Barani, in diretta radio,
commenta: “Bisogna riportare le competenze a livello centrale”.

Definisce, l’organizzazione
sanitaria, divisa tra Stato centrale e Regioni una
“ragnatela rossa” voluta dai Ds, oggi Partito democratico
con la riforma del Titolo V della Costituzione introdotta
nel 2001. Relatore del decreto Balduzzi, in commissione
Affari sociali, Barani dichiara di aver cambiato il 60% del
decreto: “Nessuno mi ha fatto pressione – risponde al
conduttore Ruggero Po che gli chiede quali interessi siano
intervenuti per modificare il testo – abbiamo preso il
lavoro fatto dalla commissione in 5 anni e abbiamo cercato
di togliere alla politica il controllo della sanità”.

MARINO (PD): NECESSARIA OPERAZIONE TRASPARENZA
“La sanità ha bisogno di una vera operazione trasparenza.
Quelle informazioni che esistono sui risultati delle cure devono essere rese
pubbliche: bisogna conoscere se la mortalità di una cura in
un determinato centro è sotto gli standard”.

Ignazio Marino, senatore Pd, ricandidato in Lazio è presidente della
commissione sull’efficienza del Servizio sanitario
nazionale. In diretta a Radio Anch’io spiega:
“Un’altra operazione trasparenza deve essere fatta nelle
nomine dei direttori generali e dei primari. I direttori
generali hanno il compito molto delicato di amministrare i
soldi della sanità che sono oggi l’80% del bilancio di una
Regione. Non possono essere nominati dalla politica: noi
proponiamo un albo nazionale in cui vengono raccolti i cv e
poi di pubblicare su internet le posizioni aperte per
amministrativi e primari”.

Marino propone anche di abolire
il ticket, “basta eliminare le consulenze inutili” e sulla
riforma degli ambulatori dei medici di famiglia che il
decreto Balduzzi stabilisce forniscano assistenza 24 ore su
24, spiega: “Non si può fare la riforma degli ambulatori
senza un euro. Le Regioni che l’hanno fatta, come la Toscana
ha investito 18 milioni di euro”. (Public Policy)

LAP