Scommesse, stadi, Conte e pay tv: tutto il calcio di Beretta

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di Francesco Ciaraffo

ROMA (Public Policy) – Utilizzare parte degli introiti delle scommesse sportive per finanziare la costruzione di nuovi stadi. È l’idea lanciata da Maurizio Beretta, presidente della Lega Serie A, in audizione in commissione Istruzione al Senato in merito all’indagine sullo stato di salute dello sport italiano.

L’investimento di partenza per la costruzione di un impianto nuovo, ha sottolineato Beretta, “è importante” e “nessuno è veramente nelle condizioni ottimali per farcela da solo“. Poiché “siamo consapevoli” che un aiuto “straordinario non possa arrivare dal contributo pubblico”, servono altre strade.

Una di queste è la possibilità di un ‘prelievo’ sul monte scommesse. Cifre che, nonostante gli alti numeri registrati, ha sottolineato il presidente della Lega, non sono destinate al sistema calcio “nemmeno per un centesimo”.

Per questo, secondo Beretta, “una parte del monte scommesse , magari con destinazione di scopo già individuata, possa e debba essere destinato a mondo dello sport”. Magari proprio per la costruzione degli stadi.

Sempre in tema impianti, il presidente ha parlato della legge sugli stadi. “Ha un impianto molto apprezzabile – ha detto – soprattutto sui tempi certi del permitting. Purtroppo è assolutamente carente sulle compensazioni economico-finanziarie”.

Più in generale sul sistema calcio, Beretta ha riportato che i ricavi delle squadre di A si aggirano intorno ai 2-2,5 miliardi di euro. La parte “più rilevante” è rappresentata dai diritti televisivi, che, come media nel triennio 2015-18, ha raggiunto un peso pari a 1,2 miliardi di euro pari a circa il 50% dei ricavi.

Un’anomalia italiana rispetto agli altri principali Paesi europei, dove i ricavi da stadio e da merchandising rappresentano voci paritarie rispetto a quella dei diritti tv. Per allinearsi agli altri Paesi, “serve un’ulteriore fortissimo sforzo di contrasto alla contraffazione” poichè la vendita di gadget in Italia “è fortemente colpita” dai falsi.

Rimane alto l’interesse per il pallone. Sono circa 17-18 milioni – i numeri sono forniti sempre da Beretta – le persone interessate e che seguono il calcio. Beretta ha spiegato che lo spezzatino, cioè la programmazione delle partite su più giorni (non solo nella tradizionale domenica) e su orari diversi “avrà una dinamica sempre più accentuata perchè tutto ci indica che la pluralità di finestre fa aumentare la visione”.

Si parla di un pubblico, quello degli abbonati alla pay tv, che, come ha riportato Beretta, ha raggiunto i 9 milioni di italiani.

Due le altre voci toccate dal presidente. Sul fisco, ha riportato che il sistema calcio nel suo complesso contribuisce con un apporto di circa 1,5 miliardi l’anno, di cui l’80% ascrivibile alla Lega di Serie A.

Sul lavoro, invece, ha sottolineato che la media di lavoratori per ognuna delle società di A è di 190 dipendenti. Di questi, 120 sono relativi alla componente sportiva. Ultimo capitolo, assai attuale, sugli azzurri e sull'”attenzione alle esigenze della Nazionale e del suo ct, a cui va la massima stima professionale”.

Ad Antonio Conte, che dall’inizio del suo incarica sulla panchina azzurra ha chiesto maggiore attenzione per la nazionale, Beretta ha detto che “è difficile condividere un qualche cosa che veda una declinazione italiana sempre diversa rispetto a quell oche fanno tutti gli altri Paesi”.

In particolare, il riferimento è stato alla data della finale di Coppa Italia, in programma per sabato prossimo, che per Beretta “è assolutamente allineata a quelle delle altre squadre che faranno l’Europeo”.

Il Belgio, che è il “maggiore competitor” nel girone preliminare ai prossimi Europei, “chiude le sue competizioni domestiche addirittura più tardi”, ha detto Beretta sottolineando l’esigenza di regole condivise a livello sovranazionale. (Public Policy)

@fraciaraffo