(Public Policy) – Roma, 12 mar – Anche senza una maggioranza
assoluta, che a Palazzo Madama al momento non c’è, il
presidente del Senato può essere eletto. L’impasse, insomma,
è facilmente superabile.
Si susseguono in queste ore gli incontri tra i partiti per
cercare una maggioranza, anche in Senato, che possa
sostenere un governo. Ma non solo, uno dei temi sul tavolo è
anche quello dell’elezione dei presidenti delle Camere, che
inizierà venerdì. I partiti sono all’opera per decidere chi
proporre.
A Montecitorio il Pd ha la maggioranza e non dovrebbe aver
problemi, al Senato invece il Pd cerca l’appoggio di altri e
proprio per questo Pier Luigi Bersani ha incaricato Luigi
Zanda, Rosa Calipari e Davide Zoggia di fare da ponte in
primis con i Cinque stelle. Bersani ha spiegato: “Indico una
ristretta delegazione che abbia il compito di fare una
ricognizione di dialogo possibile. Non si tratta di
presentare nomi o altro ma di vedere che condizioni ci sono,
perché siamo ancora nelle nebbie totali. Ho sentito voci che
spero vengano smentite: il Pdl che minaccia di non
presentarsi alle sedute. Del Movimento 5 Stelle ancora non
sappiamo nulla”.
Ma secondo il regolamento di Palazzo Madama, l’impasse è
facilmente superabile: nella votazione del presidente, dopo
il terzo scrutinio non andato a buon fine si procede al
ballottaggio tra chi ha preso più voti e non serve la
maggioranza assoluta del Senato, bensì la maggioranza dei
presenti. Anche se, quindi, Pdl e M5s non dovessero
partecipare, ad esempio (circostanza comunque poco
realizzabile), o comunque una maggioranza non ci sarà,
l’elezione andrà comunque a buon fine.
Il rebus rimane ancora invece sul nome di chi andrà ad
occupare la seconda carica dello Stato. Il nuovo presidente
sarà un esponente del Pd (Dario Franceschini?), del
Movimento 5 stelle, del Pdl (Gaetano Quagliariello?) o di
scelta civica per Monti (Mario Monti stesso?). Per ora gli
sherpa sono a lavoro. Di certo ieri il capogruppo del M5s al
Senato Vito Crimi, alla domanda se il Movimento accetterebbe
la presidenza del Senato (seconda carica dello Stato), ha
risposto: “Se vogliono darcela, noi diciamo grazie”.
ELEZIONI PRESIDENTE SENATO
Il presidente del Senato viene votato a scrutinio segreto.
E’ eletto chi raggiunge la maggioranza assoluta dei voti dei
componenti del Senato (il 50% più uno di 315). Qualora non
si raggiunga questa maggioranza neanche con un secondo
scrutinio, si procede, nel giorno successivo, ad una terza
votazione nella quale è sufficiente la maggioranza assoluta
dei voti dei presenti, calcolando tra i voti anche le schede
bianche.
Se anche nella terza votazione nessuno abbia riportato la
maggioranza, il Senato procede nello stesso giorno al
ballottaggio fra i due candidati che hanno ottenuto nel
precedente scrutinio il maggior numero di voti e viene
proclamato eletto quello che consegue la maggioranza, anche
se relativa. A parità di voti è eletto o entra in
ballottaggio il più anziano di età. (Public Policy)
VIC