(Public Policy) – Roma, 7 nov – La forza di pace Unifil 2
attiva in Libano trasferita in Siria? Il Consiglio di
sicurezza delle Nazioni unite, premette il ministro degli
Esteri Giulio Terzi di Sant’Agata rispondendo a
un’interrogazione della Lega alla Camera durante il
‘question time’, “è l’unico organo in grado di assicurare
progressi sostanziali nella soluzione pacifica per quel
Paese”.
La decisione di spiegare una missione internazionale di
pace in Siria, si basa dunque, prosegue Terzi “sul
presupposto che il Consiglio di sicurezza dell’Onu emani una
risoluzione con un mandato preciso per una nuova forza di
pace. Ciò presuppone che oltre ai tre Paesi occidentali
membri permanenti del Consiglio si esprimano in tal senso
anche Russia e Cina. Solo una decisione di questo tipo
potrebbe determinare la definizione di un mandato, e lo
spiegamento di una missione di questo tipo e delle sue
regole d’ingaggio”.
Unifil 2, dice poi Terzi, “è una missione destinata a
rimanere in Libano, con un mandato preciso stabilito dalla
risoluzione 17/01, che ne delimita l’ambito geografico, le
regole d’ingaggio e le modalità d’intervento esattamente
nella zona in cui è spiegata. Siamo orgogliosi di
partecipare a quest’operazione di pace fin dal 2006, con un
contingente la cui presenza in Libano è molto importante in
un’ottica di stabilizzazione regionale”.
“Non è mai stato ipotizzato, nelle sedi ablitate a
discuterne – ha ribadito Terzi – un impiego di Unifil 2 in
altri teatri operativi, che sarebbero del tutto al di fuori
del mandato attribuitole dal Consiglio di sicurezza”.
La Siria, ha poi commentato, “è un Paese oramai da molti
mesi in uno stato di gravissima guerra civile, con
conseguenze drammatiche per la sua popolazione. Noi italiani
cerchiamo di rispondere all’emergenza umanitaria e sul piano
dell’azione diplomatica e politica, lavorando, come stiamo
facendo in queste ore alla Conferenza di Doha, per
prefigurare una via d’uscita politica a questo enorme
dramma”. (Public Policy)
LEP