Sulle accise tutte le difficoltà del Governo, tra equilibrismi e promesse

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di David Allegranti

ROMA (Public Policy) – Due interviste in tv, al Tg1 e al Tg5, segnalano le difficoltà del Governo sul caso delle accise su benzina e gasolio. La vicenda della settimana, forse destinata a non esaurirsi. Giorgia Meloni è stata costretta al dietrofront, dopo le proteste dei benzinai, che hanno indetto uno sciopero per il 25 e il 26 gennaio. Tutto nasce da una domanda martellante per i consumatori: la benzina italiana è tra le più care d’Europa, c’è qualcuno ci specula sopra? Le accise sono troppo alte? I benzinai fanno i furbi? Le risposte varie e variopinte delle ultime settimane testimoniano che il costo della benzina è sentito da categorie, famiglie e anche dalla politica.

Intendiamoci, il passo indietro di Meloni c’è stato ma non è che da domani la benzina costerà di nuovo meno. Qualora ce ne fosse bisogno però, in caso di un aumento significativo, il Governo potrebbe fare riferimento alla legge 244 del 2007, che permette all’Esecutivo di adottare un decreto per ridurre le accise (se incrementano le entrate Iva e se il prezzo supera di almeno il 2 per cento il valore indicato nel Def). Cioè quello che ha fatto Draghi. Viene da chiedersi tuttavia se sia giusto tagliare (o “sterilizzare” come si dice nella neo-lingua meloniana) le accise. Dice l’Istituto Bruno Leoni in una sua analisi: “La riduzione di circa 25 centesimi al litro delle accise su benzina e gasolio (circa 30 centesimi se si considera anche l’Iva) ha un costo di circa un miliardo di euro al mese, in termini di mancato gettito. In questo momento, col barile attorno agli 80 dollari, non ci troviamo in una situazione di emergenza, come invece accade per energia elettrica e gas, sebbene ovviamente i prezzi alla pompa siano relativamente alti”. Inoltre, dal punto di vista distributivo, “lo sconto è andato in gran parte a favore degli individui a reddito medio-alto. Date le attuali condizioni del bilancio pubblico, è una spesa che non possiamo permetterci”.

L’impressione però è che dopo essersi presa molti impegni (come quello sul Pos), Meloni non si possa più rimangiare troppe promesse. Per sua fortuna, tanto, c’è sempre l’alleato Salvini che fornisce sempre qualche argomento per poter essere incolpato di dichiarazioni fugaci, come quando ha parlato di una possibile reintroduzione degli sconti (ha espresso quantomeno un desiderio, via): “Sulle accise parleremo con il presidente del Consiglio. Sicuramente c’è della speculazione in corso sulla benzina, ed è bene che la Finanza faccia dei controlli. Non ci possono essere distributori che vendono la benzina a 1,70 e altri a 2,40. Evidentemente c’è qualcuno che fa il furbo. Porterò il ragionamento a livello di governo”. Insomma, Meloni deve costruire un equilibrio, nell’Esecutivo, che si rinnova ogni giorno(Public Policy)

@davidallegranti

(foto cc Palazzo Chigi)