Transizione, la partita del sottogoverno: Buffagni in pole

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di Francesco Ciaraffo

ROMA (Public Policy) – Fermento intorno alla partita dei sottosegretari. Partita complessa e in via di definizione. Particolare curiosità suscita il neo ministero della Transizione ecologica guidato da Roberto Cingolani. Il ministero erediterà la struttura del vecchio Ambiente arricchito di competenze sull’energia ora in capo al Mise.

E proprio dallo Sviluppo economico potrebbe arrivare un possibile viceministro o sottosegretario. Tra i nomi più accreditati a entrare nel sottogoverno del ministero, infatti, c’è Stefano Buffagni (nella foto). Uomo di punta del M5s, è stato viceministro al Mise nel Conte II  (con delega alla “Politica industriale, alla tutela e alla competitività del sistema produttivo nazionale, le iniziative e le attività relative alla Banca del Mezzogiorno – Mediocredito centrale e al Fondo centrale di garanzia, nonché le iniziative e le attività relative al servizio postale universale e al mercato postale”). Se non dovesse entrare Buffagni, un altro nome in quota M5s è quello di Salvatore Micillo, già all’Ambiente nel Conte I.

Inizialmente, sempre in quota M5s, era circolata anche l’ipotesi Riccardo Fraccaro, che da sottosegretario a Chigi ha largamente sponsorizzato il superbonus per l’efficienza energetica al 110% e che dal nuovo ministero avrebbe potuto continuare a seguire la partita. Ma è stato lo stesso Fraccaro a sfilarsi con un’intervista al Corriere della sera dove detto che non accetterà ruoli ministeriali.

Un’altra casella potrebbe essere occupata da Chiara Braga. Componente della segreteria nazionale Pd, è anche capogruppo dem in commissione Ambiente alla Camera e siede anche in Ecomafie.

Discorso a parte per la Lega. Il Carroccio aspirerebbe a un posto nel nuovo ministero (i candidati sono Vannia Gava, sottosegretaria all’Ambiente nel Conte I, e Paolo Arrigoni, senatore e responsabile Energia del partito), ma si registra la forte resistenza degli altri partiti (M5s in testa) alla possibilità. Nei giorni scorsi, rimandando la votazione per il via libera al Governo Draghi su Rousseau, il leader del Movimento, Beppe Grillo, aveva parlato proprio del ministero Transizione sottolineando: “Non deve entrarci la Lega che di ambiente non ci ha mai capito una mazza di niente”. Una linea portata avanti – sembrerebbe – in queste ore di trattative. (Public Policy)

@fraciaraffo