Tutte le critiche di Unioncamere alla riforma della Pubblica amministrazione

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(Public Policy) – Roma, 6 ago – “Il sistema camera si oppone fermamente” al trasferimento al ministero dello Sviluppo economico del Registro delle imprese, attualmente gestito dalle Camere di commercio. è quanto si legge in un documento depositato da Unioncamere in commissione Industria al Senato, al termine di un’audizione. Il trasferimento del Registro al Mise è previsto dal decreto P.a.

Il ruolo delle Camere nella gestione del Registro “è insostituibile, un ruolo che è legato a doppio filo proprio alla loro natura di autonomie funzionali”, si legge nel documento. “Il paventato trasferimento rischirebbe seriamente di privare l’ordinamento italiano di uno strumento che ha dato sinora ottima prova di sè”, prosegue il testo.

Il documento critica anche il taglio del diritto camerale del 35% per il 2015, del 40% per il 2016 e del 50% dal 2017, sempre contenuto del dl P.a, “che metterebbe a rischio l’efficacia dell’azione delle Camere”.

La riforma, che consentirebbe un risparmio di 5 euro al mese per impresa, secondo i calcoli di Unioncamere, metterebbe a rischio 2.500 posti di lavoro, comporterebbe un aggravio alle casse dello Stato di 167 milioni di euro ed avrebbe un effetto recessivo complessivo di circa 2,5 miliardi di euro (pari allo 0,2% del valore aggiunto nazionale). (Public Policy)

FRA