di Sonia Ricci
ROMA (Public Policy) – Un sistema misto in cui l’assegnazione di 231 seggi alla Camera e 102 seggi al Senato è effettuata in collegi uninominali con formula maggioritaria, in cui vince il candidato più votato.
Mentre l’assegnazione dei restanti seggi avviene con metodo proporzionale, nell’ambito di collegi plurinominali. In Trentino ci saranno sei collegi uninominali e cinque plurinominali. In più due soglie di sbarramento: 3% per i partiti che corrono da soli; 10% per le coalizioni. Entrambe le soglie dovranno essere raggiunte a livello nazionale.
Questo, in sintesi, il contenuto del nuovo testo di riforma elettorale, il Rosatellum bis, depositato a Montecitorio dal relatore Emanuele Fiano (Pd). Il testo, come la precedente proposta del Pd, ricalca il vecchio Mattarellum ma rivedendolo profondamente. Questa volta, però, viene invertita la percentuale dedicata ai due sistemi e ulteriormente ritoccata: il 36% sono collegi uninominali e il 64% di proporzionale con collegi plurinominali.
Il nuovo testo base del relatore piace a Forza Italia, Lega e Alternativa popolare, anche se ognuno con i propri distinguo. Il Rosatellum bis è appoggiato, almeno per ora, anche dai partiti più piccoli come i verdiani di Ala e i fittiani.
Assolutamente contrari, invece, il Movimento 5 stelle, Articolo 1-Mdp e Campo progressista di Giuliano Pisapia. Una novità spuntata con la presentazione del testo ufficiale, e non trapelata nei giorni scorsi, è la doppia soglia di sbarramento inserita nel testo: 3% per i partiti che corrono da soli; 10% per quelli in coalizione. Una norma che, almeno sulla carta, tende a escludere i piccoli partiti radunati in coalizione, che in ogni caso non avrebbero la forza elettorale per superare lo sbarramento.
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@ricci_sonia