di Massimo Pittarello
ROMA (Public Policy) – Tutti i matrimoni hanno dei pro e dei contro e quello tra Lega e 5 stelle non è da meno. Solo che i vantaggi a stare insieme sembrano favorire solo “l’interesse” dei due contraenti, mentre i danni derivanti da continui litigi che sfociano in paralisi appaiono assai diffusi. Nel perpetuare l’attuale assetto da un lato Di Maio conserva il potere raggiunto tramite “congiunzione astrale” (cit.), mentre i suoi parlamentari restano in carica finché possono. Dall’altra, Salvini continua a dettare legge pur essendo vicepremier e, contestualmente, continua a rosicchiare elettorato ai grillini ogni giorno. Ma se nel giro di un anno il ministro dell’Interno ha sovvertito l’ordine del rapporto “voti-peso politico”, è anche vero che questo trend non è infinto. E anzi c’è il rischio contagio.
La recessione che si avvita, infatti, rende l’elettorato del Nord sempre più furioso verso l’assistenzialismo pentaleghista e nei confronti dell’alleanza con “gli scappati di casa” (è la definizione più usata, e anche la meno irritata). Con il Def che arriva in aula, poi, inizia la partita sulla legge di Bilancio: un azzardo in cui solo per mettersi seduti al tavolo servono 23,1 miliardi per il 2020 e 29 per il 2021. Al Mef stanno impazzendo con le simulazioni per l’aumento dell’iva (principalmente si studia il passaggio dell’aliquota intermedia dal 10 al 12%, ma anche quella dal 22 al 23%), per far quadrare il rebus dei conti che non tornano. Ma sarà una mano di poker difficile, di cui non si conosce né il vincitore, né il nome di colui che la firmerà.
Senza una scossa e con l’economia che peggiora bisognerà mettere le mani in tasca agli italiani. Cosa non amata specie tra quelli che hanno votato a favore della flat tax. L’ignavia di fronte alla crisi, allora, preoccupa molti leghisti – da Giorgetti a Zaia a Maroni – che non escludono si possa staccare la spina anche prima delle europee perché preoccupati che gli italiani colpiti nel portafoglio non gli accordino più il consenso. Perché più passa il tempo più emerge che i 5Stelle non hanno né idee, l’esperienza o coesione interna necessaria ad un cambio di indirizzo, mentre la Lega avrebbe le possibilità di farlo.
Ma non solo. Nel tentativo di recuperare la perduta verginità i grillini stanno tornando all’oltranzismo del vaffa e del no a tutto. Ma questo, oltre a non frenare la fuga del consenso, esaurisce del tutto la funzione dell’accordo gialloverde e blocca ogni attività. Il governo, dopo qualche provvedimento bandiera, è ora infatti in stallo e litigio continuo: politica estera, Belt and Road, Tav, flat tax, riforma idrica, salario minimo e avanti così. Le traiettorie dei gialli e dei verdi sono ormai divergenti e il risultato è un danno da paralisi totale.
Ma c’è anche un danno collaterale, che riguarda tutto il Paese. Visto che nessuno sia aspetta più alcun “cambiamento”, al rallentamento economico bisogna aggiungere la crisi di fiducia di imprenditori e investitori di cui esso è causa e conseguenza allo stesso tempo. Senza dimenticare che le inchieste che coinvolgono i grillini – al di là dei profili di colpevolezza – sgretolano la retorica dell’honestà e il principio che è meglio essere governati da un incompetente che da un ladro, perché qui le cose potrebbero pure sommarsi. E questo, prima o poi, avrà ripercussioni anche sui leghisti, specie se gli ortotteri si arroccano.
Inoltre, al di là del filotto di vittore alle regionali, dalla Basilicata arrivano un’indicazione esplicita (la Lega triplica i voti, i 5 stelle li dimezzano) e anche una implicita: l’area di centro sfiora il 20%. Per cui rimane difficile per il Carroccio diventare “autosufficiente” e fare a meno di Forza Italia. Allora, la strategia dei due forni attuata da Salvini verso gli azzurri – alleati sul territorio, divisi in Parlamento – può diventare fallace prima di ottenere il successo passando all’incasso delle urne. Anche perché sarà difficile riproporre lo schema centrodestra, con Berlusconi che oltretutto è tornato ad affiggere cartelloni giganti. Un altro danno collaterale di questo matrimonio, quello dell’amante tradito che stalkera con le sue immagini e la sua presenza (cfr orbiting). (Public Policy)
@m_pitta