Twist d’Aula – Il vuoto di fiducia

0

di Massimo Pittarello

ROMA (Public Policy) – Difficile da quantificare ma in ogni cosa, dalle relazioni personali alle partite di calcio, la fiducia è fondamentale. Anche in economia le aspettative, razionali o meno che siano, sono determinanti. Purtroppo in Italia oggi sembrano essere solo negative, tanto che il Censis parla di “regressione psicologica collettiva”. Le nascite sono in calo consecutivo da 12 anni (-30% sul 2009 e -60% dagli anni Sessanta), aumentano gli “scoraggiati” e anche chi può spendere non lo fa come prima. Bisogna allora chiedersi quale siano gli effetti dell’azione del nuovo Governo sulla percezione che il Paese ha del suo destino. E come sia possibile, ammesso che lo sia, invertire la rotta e recuperare il “gusto del futuro”.

Nel Documento di economia e finanza che dovrebbe approdare a breve alle Camere dovrebbe essere rivista al ribasso la stima di crescita del 6% precedentemente prevista per quest’anno. Probabilmente, sommando 2021 e 2022, non saremo comunque in grado di tornare ai livelli pre- pandemia prima del 2023. Il ministro Daniele Franco sostiene che dopo uno stop nel primo trimestre, dal secondo dovrebbe arrivare la ripresa. Intanto l’Fmi stima che la disoccupazione crescerà dal 10,3% di quest’anno all’11,6% del prossimo (a fronte di una media europea, inferiore e in diminuzione, dall’8,7% del 2021 all’8,5% del 2022). Per adesso l’orizzonte sembra tetro.

Per capire quanto sia pervasivo il grado di sfiducia che attraversa il nostro Paese si possono guardare anche i dati sui consumi, sempre efficiente metronomo dell’umore. Nel 2020 sono calati del 9,1%, il più alto di sempre da quando vengono registrati. Un crollo dovuto in parte alla impossibilità di uscire e spendere, in parte al calo dei redditi e della disponibilità economica, quindi a componenti materiali. Ma anche da elementi psicologici quali il disorientamento, la paura o la voglia di dotarsi di una rete di sicurezza patrimoniale in vista di un futuro su cui grava l’incertezza. Non è un caso che il risparmio sia cresciuto dell’8% ed è anche aumentata la percentuale di chi riesce a mettere i soldi da parte (+3%, dal 55% al 58% degli italiani). In molti sono in difficoltà, ma anche chi non lo è non apre i cordoni della borsa.

Se allarghiamo l’inquadratura non va meglio. Negli Stati Uniti a febbraio sono stati creati 7,4 milioni posti di lavoro e la disoccupazione è scesa al 6%. In Italia registriamo invece un calo di quasi un milione in un anno. Non stupisce che l’indice manifatturiero Usa dei servizi sia al valore più alto dal 1997 (quota 63,7), che l’indice Pmi in Europa abbia raggiunto il livello più alto da luglio (53,2 punti a marzo), mentre quello italiano scenda dai 48,8 punti di febbraio ai 48,6 di marzo, contro un’aspettativa di quota 49. Da dove arriva la preoccupazione lo spiega l’Istat: quasi un’impresa su due è in difficoltà.

Si dirà: se il presente è tetro, dobbiamo lavorare sul futuro. Per il governatore Bankitalia, Ignazio Visco, lo strumento principale per la ripartenza dell’economia mondiale è rappresentato dalle vaccinazioni. C’è un paragone da fare. Nel Regno Unito, dove quasi il 60% della popolazione ha ricevuto almeno la prima dose, nella settimana dal 2 al 7 aprile sono morte per Covid in totale 163 persone. In Italia 2.527. C’è il lato oscuro della medaglia (condiviso con il resto d’Europa) che riflette il nostro ritardo nella campagna di immunizzazione. Ma ce n’è anche uno positivo: il vaccino funziona.

È arrivata primavera, dice qualcuno. Perché non sia come l’eterno ritorno delle uguali stagioni dello scontento italiano, però, c’è bisogno di molte cose – dalla campagna di vaccinazione al Recovery Plan ad alcune riforme – ma di una in particolare: il ritorno della fiducia. Questo Governo ha riabilitato la percezione del nostro Paese nel contesto internazionale. In Europa e all’estero c’è più speranza che l’Italia possa farcela, a cominciare dalla sostenibilità del debito. Ma gli italiani che ne pensano? Vedono la luce in fondo al tunnel? E se la vedono, pensano sia un treno in arrivo? All that matters is how you see yourself. Solo che al momento ci vediamo in uno specchio concavo e male illuminato. (Public Policy)

@m_pitta