Twist d’Aula – Fatta la legge, trova la realtà

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di Massimo Pittarello

ROMA (Public Policy) – C’è un problema di “messa a terra”. Con l’avvicinarsi della partita del Quirinale e l’allentarsi della morsa pandemica, pur di andare avanti sugli obiettivi del Pnrr, Mario Draghi ha cercato di raffreddare la tensione tra e soprattutto interne ai partiti rinviando tutti i dossier più caldi: le pensioni nell’ambito della legge di Bilancio (in ritardo di un paio di settimane); spiagge, ambulanti e notai nel ddl Concorrenza (arrivato con quattro mesi di ritardo); il catasto nella delega fiscale che, comunque, deve ancora essere ancora costruita nel dettaglio. Tuttavia, anche per quanto già deciso e approvato e magari già in Gazzetta ufficiale, l’attuazione non è scontata. E questo provoca non pochi problemi.

Caso esemplare, proprio mentre è in svolgimento la Cop26 di Glasgow e in molti sottolineano la volontà di “investire” in energie rinnovabili, è quello dell’eolico off-shore. Con le nostre lunghe coste, imprese dotate di ottima tecnologia e diversi progetti pronti a partire, c’è l’occasione di sfruttare l’energia del vento, pulita, in mare aperto (e magari aumentare la nostra autosufficienza energetica). Il ministero della Transizione ecologica ha aperto a manifestazioni di interesse per nuovi impianti, così da velocizzarne la realizzazione. Tuttavia, a 6 mesi dalla data prevista manca ancora la commissione ministeriale che deve valutare le domande e avviare i complessi iter autorizzativi. Perciò è arrivata comunicazione ufficiale: tutto sospeso per 180 giorni. E l’eolico sembra volare via portandosi dietro gli obiettivi della Strategia energetica nazionale. Greta non sarà contenta.

Torniamo al nostro Parlamento. Se pure le riforme segnano il passo, vista anche l’assenza di un canale di collegamento tra Governo e Camere, i timori maggiori sono tuttavia relativi alla capacità di far entrare in vigore ciò che è già legge, ma ancora non trova applicazione nella realtà, a partire dalla legislazione attuativa della riforma del processo civile e di quella del processo penale. Purtroppo la buona volontà non basta e l’impegno di Palazzo Chigi nemmeno, poiché è necessaria la collaborazione di tutto l’apparato amministrativo, tanto che nell’ultima riunione tra i capi di gabinetto è stato deciso che gli obiettivi del Pnrr non saranno più misurati a cadenza mensile, ma settimanale. Ogni legge ha infatti bisogno di decreti attuativi, direttoriali, bandi di gara e circolari, spesso da varare in collaborazione tra due o più ministeri. E, purtroppo, proprio la fase di “attuazione” va a rilento.

Palazzo Chigi ha fatto sapere di aver portato a casa 549 decreti attuativi. Un buon risultato, specie rispetto ai ritmi del passato. Ma l’arretrato era enorme e ora la fase propulsiva sembra esaurita, visto nel primo mese sono stati adottati 141 atti sui 112 previsti (+29), mentre a fine ottobre il saldo rispetto a quanto pianificato è negativo di 62 atti (199 atti sui 261 ipotizzati). Ci sono poi diversi colli di bottiglia, per esempio il ministero dell’Agricoltura che, pur avendo a disposizione 6,8 miliardi all’interno del Pnrr, non ha ancora istituito la Struttura di missione, non è stato ancora ricevuto a Palazzo Chigi né tantomeno ha una riunione in calendario.

Questi ritardi non sono formalismi perché condizionano la vita delle persone. Prendete la legge di Bilancio, che per dissidi politici non è ancora arrivata in Senato nonostante il termine fosse il 20 ottobre. All’interno, oltre a pensioni e Rdc, si deve decidere sulla proroga del superbonus, come anche delle agevolazioni fiscali per ristrutturazioni edilizie, acquisto di materiale, interventi di riqualificazione energetica. Per adesso nessuno sa niente, ma così si mettono i difficoltà il comparto edilizio, ma anche i negozi di pavimenti, sanitari, caldaie, finestre e molto altro, come anche i produttori, i fornitori, le persone che ci lavorano e le loro famiglie. Se consideriamo che l’immobiliare, considerando la lunga filiera, vale quasi un quinto del Pil, ci accorgiamo quanto sia importante l’execution, come dicono quelli bravi, la “messa a terra”. (Public Policy)

@m_pitta

(foto cc Palazzo Chigi)