ROMA (Public Policy) – Le pmi e le ‘midcaps‘, le imprese a media capitalizzazione (tra i 2 e i 10 milioni di euro circa) europee, quindi anche italiane, potranno beneficiare di nuove possibilità di accesso al credito, sostenuti dagli Stati membri. La Commissione europea ha approvato infatti – come si legge in una nota di oggi – nuove ‘linee guida’ per gli Stati membri, in cui sono definite le condizioni in base alle quali erogare risorse per facilitare l’accesso al credito.
Non proprio aiuti diretti (non permessi nell’Unione), che rimpiazzino i canali esistenti di finanziamento dunque, ma strumenti finanziari e misure fiscali volti ad attrarre nuovi fondi verso iniziative di venture capital. Le linee guida, che entreranno in vigore dal 1° luglio 2014, rimpiazzando quelle attuali (le risk capital guidelines del 2006, modificate nel 2010) fanno parte della Commission’s state aid modernisation (Sam) strategy, che come obiettivi ha “promuovere la crescita nel mercarto unico”, e indirizzare la vigilanza della Commissione sui casi di più forte impatto sulla concorrenza. A Bruxelles si guarda con preoccupazione alle difficoltà delle pmi, specialmente alle startup innovative che “nelle fasi iniziali hanno difficoltà a reperire i finanziamenti, indipendentemente dalla qualità potenziali del loro business”. Inoltre, si legge nella nota della Commissione, “le pmi sono ancora in larga misura dipendenti dai prestiti bancari tradizionali, che sono limitati dalle capacità di rifinanziamento delle banche, dalla loro propensione al rischio e dall’adeguatezza dei capitali”.
La crisi finanziaria ha aggravato il problema causando impossibilità di ottenere il credito necessario per un terzo delle piccole e medie imprese europee. Le nuove linee guida prevedono, tra le misure principali, l’allargamento del campo di applicazione degli aiuti alle pmi, le ‘small midcaps’, e le ‘midcaps innovative’, e l’innalzamento da 1,5 a 15 milioni per impresa della soglia di aiuti al di sotto della quale non è previsto un controllo ex ante della Commissione. Inoltre, viene ampliata la gamma di strumenti finanziari di supporto, includendo anche equity, quasi-equity, prestiti e garanzie “per riflettere meglio le pratiche di mercato”.
È prevista anche la partecipazione obbligatoria di investitori privati ‘ritagliata’ appositamente per lo stadio di sviluppo e rischio della singola impresa. Questa partecipazione, affiancata a investimenti privati, secondo in tecnici di Bruxelles, “assicura che le misure di aiuto servano ad attrarre invece che rimpiazzare il finanziamento privato”. Le partecipazioni minime dei privati dovranno rientrare tra il 10% e il 60% a seconda dell’età e della rischiosità dell’impresa. Tra le novità della Commissione Ue sugli aiuti di Stato c’è l’incentivo a nuove e più flessibili piattaforme per il trading altermativo, attraverso misure fiscali e sostegni diretti, e una maggior flessibilità e chiarezza dei regimi di incentivo fiscale per gli investitori. (Public Policy)
LEP