ROMA (Public Policy) – In base a una bozza in circolazione, il ddl delega di riforma del fisco, su cui lavora il Governo, è composto da 4 parti e 22 articoli. L’intenzione del Governo è di portare il testo in Cdm questo mese. Il viceministro dell’Economia Maurizio Leo nel suo intervento alla presentazione dei risultati dell’Agenzia delle entrate alla Camera, la scorsa settimana, ha detto che l’approdo potrebbe avvenire già questa settimana. Dopo l’approvazione in Cdm il Governo avrà tempo 24 mesi per l’adozione dei decreti delegati.
La tempistica, nello specifico, viene individuata in due fasi. Una prima per l’elaborazione dei testi unici (entro 12 mesi) con la razionalizzazione e il raggruppamento per settori omogenei delle norme vigenti con relativo coordinamento con la normativa Ue e l’abrogazione delle disposizioni incompatibili e non più attuali. Una seconda fase (entro 24 mesi) per la codificazione del diritto tributario. Questa prevede una parte generale sulla disciplina degli istituti comuni al sistema fiscale, cioè lo statuto dei diritti del contribuente e soggetti passivi; dichiarazione, accertamento e riscossione; sanzioni e contenzioso; più una parte speciale sulla disciplina delle singole imposte.
Si va verso l’introduzione di una nuova Ires a due aliquote, con aliquota impositiva ridotta rispetto al 24% per la quota di reddito, destinata nei due anni successivi a investimenti qualificati e a nuova occupazione. L’obiettivo, si sottolinea, è favorire la capitalizzazione delle imprese stabilite in Italia e premiare, con la riduzione dell’imposta, chi investe in nuova occupazione e in beni strumentali innovativi e/o qualificati in un breve arco di tempo.
Un altro obiettivo è ridurre la pressione fiscale, puntando nel breve periodo sulla transizione a tre scaglioni e aliquote più basse e, come obiettivo di legislatura, sulla flat tax per tutti.
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FRA-VIC