(Public Policy) – Roma, 5 feb – Definisce la politica
italiana un “cubo di Rubik” e parla della possibilità che
dalle urne a febbraio non esca “nessun vincitore”. Il Wall
Street Journal torna a occuparsi di Italia e lo fa con
un’analisi del corrispondente da Roma Christopher Emsden:
“Che succede se nessuno vince le elezioni italiane?”.
Il quotidiano Usa parte dalle parole del ministro per la
Coesione territoriale Fabrizio Barca a un giornale locale:
“Chi lo sa, forse tra un paio di mesi sarò ancora seduto
proprio qui”. Ciò vorrebbe dire, secondo Emsden, che esiste
la possibilità che “non si riesca a formare un governo dopo
la chiusura delle urne” e questo implica il fatto che
l’attuale Esecutivo potrebbe rimanere “provvisoriamente in
carica”.
Qui entra in gioco, per il giornalista statunitense, il
presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: “Non è
pronto – si legge – ad andare dietro a una politica
pirotecnica. Il suo mandato termina a maggio, e questo
significa che il Parlamento dovrà eleggere il suo successore
prima di allora”. Per il Wsj rimane “un enigma”:
“Legislatori appena eletti”, con un governo senza reale
maggioranza, potrebbero infatti “essere chiamati a votare
per un nuovo capo dello Stato in attesa di tornare alle
urne”.
Inoltra, sottolinea Emsden, “potrebbe rivelarsi difficile
accordarsi su un nome diverso da quello dello stesso
Napolitano”. E qui cita le parole-auspicio di Monti di
qualche settimana fa (“Mi piacerebbe votare per lui”). “La
soluzione shock – conclude il corrispondente da Roma del Wsj
– sarebbe per Napolitano il fatto di accettare un secondo
mandato di 7 anni per pilotare il Paese, velocemente,
attraverso un altro processo elettorale. Se poi ha scelto di
dimettersi nel 2014, quando farà 89 anni, il cubo di Rubik
della politica italiana potrebbe anche estendersi a
Bruxelles e Francoforte”. (Public Policy)
GAV