ROMA (Public Policy) – “In altre occasioni ho parlato del mio dissenso da decisioni parlamentari spinte dall‘antipolitica e dal populismo imperante grazie a organi di informazione pubblici e, comunque, in vita con risorse pubbliche. Riconfermo questa mattina che lisciare il pelo all’antipolitica non è un mestiere che ho mai amato e che non amo e spero di non amare mai. Non ho mai svolto questa professione”. Così, come si legge sui resoconti, Ugo Sposetti del Pd ha iniziato in aula al Senato ieri mattina (giovedì 7 maggio; Ndr) il suo intervento sui vitalizi, da cui si è sviluppato un acceso dibattito.
“Ecco il punto – ha aggiunto Sposetti – notizie filtrate dai media ci dicono che gli Uffici di presidenza di Senato e Camera si accingono ad adottare una delibera per ‘cancellare l’erogazione dei trattamenti previdenziali erogati a titolo di assegno vitalizio o pensione a favore di senatori cessati dal mandato o condannati in via definitiva’. La collega questore ci ha informato ieri, attraverso un quotidiano, che con il presidente Grasso hanno condotto una battaglia insieme e che lo apprezza. Mi sono detto: che bello, due voti dati da me a due colleghi che ricoprono cariche molto importanti in questa Assemblea. Due anni fa, pertanto, ho fatto bene a dare la mia fiducia a questi due colleghi. Ma in questa occasione dico alla collega questore e al presidente del Senato che non c’è il mio apprezzamento, non c’è la mia fiducia”.
“Perché cambiare le regole per donne e uomini – ha proseguito Sposetti – nel caso specifico si tratta solo di uomini, fortunatamente, che hanno lavorato con quelle regole in atto? Io cambio le regole all’inizio della mia attività lavorativa, all’inizio della legislatura. Io so che sto dentro questo recinto, quando inizio un impegno lavorativo e professionale, e che sto dentro queste regole. Ritengo che i membri del consiglio di Presidenza si trovino di fronte ad un diritto inalienabile, un diritto acquisito, un diritto che matura con il versamento dei contributi del lavoratore e dell’azienda, un diritto alla sopravvivenza. Per chi ha fatto solo quel lavoro, scatta un diritto alla sopravvivenza”.
A questo punto del discorso Sposetti è stato interrotto in aula dalle proteste dei 5 stelle e a turno sono intervenuti rappresentanti di tutti i partiti. Il presidente della commissione Giustizia, Francesco, Nitto Palma, ha difeso la posizione della necessità che qualsiasi provvedimento sia sancito da una legge. Sposetti quindi ha concluso il suo discorso dicendo solo: “Rivolgo una supplica al presidente del Senato: queste discussioni, questi atti non si compiono durante la campagna elettorale”. (Public Policy) VIC