di Giordano Locchi
ROMA (Public Policy) – Nessuna decisione per ora sull’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta (monocamerale) sull’emersione e gestione dell’emergenza Xylella fastidiosa nei territori della Puglia, proposta nel giugno dello scorso anno dal senatore del gruppo Misto (ex M5s) Saverio De Bonis, membro della commissione Agricoltura di Palazzo Madama. Dopo la seduta del 2 ottobre in cui era stata illustrata la proposta, la 9a commissione del Senato si è limitata per ora a modificare lo svolgimento dei lavori dalla sede redigente a quella referente, mentre l’avvio della discussione generale è stato rimandato.
La proposta aveva ottenuto esclusivamente la sottoscrizione di senatori del gruppo M5s (primi cofirmatari sono stati Lello Ciampolillo, Margherita Corrado, Susy Matrisciano, più il senatore del Misto Maurizio Buccarella), ma due giorni fa hanno ritirato la propria firma Emiliano Fenu, Luisa Agrisani, Agnese Gallicchio e Mattia Crucioli. Sulla necessità di proseguire con una inchiesta parlamentare sull’emergenza Xylella in Puglia sembra infatti che stia sorgendo più di qualche dubbio, anche in seno alla maggioranza, in particolare dopo il varo da parte del Consiglio dei ministri, il 7 marzo scorso, del dl Agricoltura che, su proposta del ministro delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio, introduce misure in tema (oltre a interventi per il comparto olivicolo-oleario, agrumicolo e del latte ovicaprino). Tra queste, è prevista una sanzione fino a 30mila euro per il proprietario, il conduttore o il detentore di terreni che non procede alla denuncia delle piante infette o non adempie alle prescrizioni di estirpazione.
Sulla questione Xylella è stata già svolta un’indagine conoscitiva da parte della Camera, conclusasi con un documento finale approvato a febbraio dalla commissione Agricoltura di Montecitorio che, tra l’altro, sottolinea la necessità di “snellire le procedure per l’abbattimento delle piante infette” e afferma che è “impossibile, al momento, un’eradicazione totale” del patogeno. Il documento aveva ottenuto il via libera con il solo voto contrario della deputata M5s Sara Cunial. Fortemente critico era stato anche De Bonis, che dopo il rinvio della discussione sull’istituzione di una apposita commissione d’inchiesta su sua proposta, sottolinea con una nota come “non manca giorno che arrivino richieste di bocciatura della stessa. Un fatto più che mai anomalo se si considera che attorno a questa questione si sta ridisegnando il futuro agricolo, economico, sanitario e ambientale di un’intera regione e si stanno riversando montagne di soldi pubblici, che meriterebbero quantomeno una gestione oculata e trasparente”.
“A quanto pare – aggiunge De Bonis – la ricerca di fare chiarezza fa paura a molti. Non ultimo Confagricoltura Puglia, che ha implorato noi senatori di affossare la commissione d’inchiesta adducendo come motivazione che l’unica soluzione è l’eradicazione di milioni di ulivi autoctoni e secolari, magari al fine di riconvertire l’intero comparto in colture intensive e superintensive. Un progetto, tanto fallimentare quanto antieconomico, al quale Confagricoltura aspira da tempo e che solo grazie alla Xylella si potrebbe concretizzare, per la gioia di alcune associazioni di categoria, ma a discapito di tantissimi agricoltori della nostra terra e dei cittadini pugliesi tutti”.
“Se c’è una cosa a cui è servita l’Indagine conoscitiva, svoltasi alla Camera, è sottolineare ancora una volta gli evidenti conflitti d’interesse in essere e l’accanimento, doloso e pretestuoso, contro chi, con poche risorse ma grandi competenze, sta affrontando la questione dei disseccamenti e salvando gli ulivi salentini. Le evidenti omissioni, incongruenze e inesattezze presenti nella relazione conclusiva dell’indagine e negli atti emanati, rispetto a quello che è stato affermato da diversi esponenti della comunità scientifica e audito dalla commissione Agricoltura alla Camera ne è l’ennesima prova: la questione Xylella – conclude De Bonis – è più che mai aperta e necessita di un approfondimento serio e disinteressato che io non smetterò mai di richiedere a chi, di dovere, dovrebbe tutelare i diritti dei cittadini e il bene del nostro Paese”.
Illustrando la proposta di istituire la commissione d’inchiesta al Senato, nella seduta del 2 ottobre della commissione Agricoltura, il relatore Giorgio Maria Bergesio (Lega) aveva spiegato che nella relazione illustrativa si criticano vari aspetti della gestione dell’emergenza da parte delle autorità competenti, avanzando forti dubbi sull’efficacia dei rimedi previsti dalle norme vigenti, come l’uso di determinati pesticidi per la lotta agli insetti vettori e l’eradicazione degli ulivi malati. Per queste ragioni, la relazione ritiene “necessario ed improcrastinabile” avviare un’inchiesta parlamentare che consenta di fare luce sui vari aspetti del fenomeno della Xylella fastidiosa e contribuisca a individuare una possibile soluzione.
Secondo la proposta, compiti della nuova commissione dovrebbero essere quelli di chiarire la sintomatologia del disseccamento degli alberi di ulivo, il nesso di patogenicità, le cause e le concause legate alla diffusione del fenomeno, nonché di accertare, mediante puntuale ricostruzione cronologica, la fenomenologia, la presenza e l’espansione territoriale del disseccamento rapido degli ulivi.
Inoltre, si prevede di accertare gli studi e le analisi posti in essere da alcuni specifici istituti ed enti di ricerca ivi indicati; l’attività degli organi di controllo fitosanitario nazionale e regionale, dei relativi laboratori regionali, dei campi di sperimentazione e dei comitati tecnico-scientifici di supporto, nonché le conclusioni scientifiche di ogni ulteriore ricerca legata al batterio; i singoli progetti finanziati a livello regionale ed interregionale; l’idoneità del corpus normativo europeo, nazionale e regionale, di rango primario e secondario, attualmente in vigore e di tutti gli atti e i documenti successivi, ai fini dell’effettiva prevenzione, contenimento ed eradicazione della Xylella fastidiosa; la corretta applicazione della Convenzione internazionale per la protezione delle piante, nonché delle procedure di valutazione ambientale strategica (Vas) e valutazione di impatto sanitario (Vis); le aree interessate dai progetti di sperimentazione scientifica e gli esiti delle sperimentazioni collegate alle società Monsanto e Basf.
Si prevede poi di accertare l’assenza di qualsivoglia connessione affaristica tra l’estirpazione degli ulivi nel territorio salentino e la realizzazione di alcune grandi infrastrutture come il metanodotto Snam e il Gasdotto Trans Adriatico (Tap). Tra le competenze della commissione, inoltre, dovrebbe essere incluso l’accertamento delle eventuali responsabilità, anche di natura omissiva, di vari soggetti: le autorità, istituzioni ed enti locali e regionali, gli altri enti coinvolti e chi ha espletato le funzioni ministeriali e gli incarichi commissariali; gli enti scientifici e amministrativi, nazionali e territoriali, nonché i laboratori coinvolti (per la gestione e movimentazione di materiali infetti dal batterio Xylella e di altri organismi patogeni o nocivi); gli enti scientifici e amministrativi, nazionali e territoriali, nonché gli studi di consulenza per la progettazione del Piano di sviluppo rurale della Regione Puglia.
La commissione dovrebbe riferire al Senato annualmente e ogni volta che lo ritenga opportuno, formulando anche proposte sugli interventi di carattere legislativo e amministrativo necessari per prevenire vicende analoghe. Si stabilisce inoltre che la commissione procede alle indagini e agli esami con gli stessi poteri e limiti dell’autorità giudiziaria e che sarebbe composta da 20 senatori, nominati dal presidente del Senato in proporzione al numero dei componenti dei gruppi parlamentari, comunque assicurando la presenza di un rappresentante per ciascun gruppo. Le spese per il suo funzionamento sarebbero limitate a 30mila euro all’anno e sono poste a carico del bilancio interno del Senato.
@Locchiaperti