Non solo scuola: ecco come cambia la governance Rai

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ROMA (Public Policy) – di Francesco Ciaraffo – Il testo approvato in commissione Lavori pubblici al Senato ‘mantiene le prerogative’ del ddl governativo sulla nuova governance, ‘mentre sono state riscritte’ le deleghe al governo per la disciplina del finanziamento pubblico e sul riassetto normativo.

È Raffaele Ranucci (Pd), uno dei due relatori del ddl Rai, a tirare le fila del testo approvato in commissione.

NO MODIFICHE A GOVERNANCE
Il ‘cuore’ del provvedimento è rimasto inalterato. Il consiglio di amministrazione – come stabilito dal testo del governo – passa da 9 a 7 membri che non saranno più nominati dalla commissione di Vigilanza e dal ministero dell’Economia, ma due eletti dalla Camera, due dal Senato, due di nomina governativa, designati dal Consiglio dei ministri su proposta del Mef, e uno designato dall’assemblea dei dipendenti (quest’ultimo deve essere titolare di un rapporto di lavoro subordinato da almeno 3 anni consecutivi).

VIA IL DG, ARRIVA L’AD
Il ddl introduce la figura dell’amministratore delegato che risponde al consiglio di amministrazioni in merito alla gestione aziendale e sovrintende alla organizzazione e al funzionamento dell’azienda nel quadro dei piani e delle direttive definite dal consiglio di amministrazione e tra i compiti ‘propone all’approvazione del consiglio di amministrazione gli atti e i contratti aziendali aventi carattere strategico, ivi inclusi i piani annuali di trasmissione e di produzione e le variazioni rilevanti degli stessi, nonché gli atti e i contratti che, anche per effetto di una durata pluriennale, siano di importo superiore a 10 milioni di euro’.

AD E CDA SENZA CONFLITTO D’INTERESSI
Tra le novità introdotte in commissione per evitare conflitti di interesse per l’ad e i membri del cda. ‘La nomina dei membri del consiglio di amministrazione è effettuata in modo tale da assicurare la presenza di genere e di un adeguato equilibrio tra componenti caratterizzati da elevata professionalità e comprovata esperienza in ambito giuridico, finanziario, industriale e culturale, nonché, tenendo conto dell’autorevolezza richiesta dall’incarico, l’assenza di conflitti di interesse o di cumulo di cariche in società concorrenti’.

In base alla modifica approvata non saranno la Camera e il Senato a definire ‘le modalità per la nomina dei membri del consiglio di amministrazione’ della Rai. Dall’emendamento approvato, infatti, è stata cancellata la previsione in base alla quale ‘nell’ambito della loro autonomia, la Camera e il Senato definiscono le modalità per la nomina dei membri del Consiglio di amministrazione, tenuto conto di quanto previsto’ dallo stesso ddl ‘e delle candidature pervenute’.

NOMINE ‘LIBERE’ PER AD, VINCOLI SU DIRETTORI TESTATE
Tra le prerogative dell’ad, la nomina dei dirigenti di primo livello (prima si parlava di ‘apicali’). Per i direttori di rete, canale e testata, il parere del cda è obbligatorio, ma non vincolante. Il parere è vincolante solo sui direttori di testata e se votata dai 2/3 del cda.

L’amministratore delegato della Rai, inoltre, ‘sentito il parere del Consiglio di amministrazione, definisce i criteri e le modalità per il reclutamento del personale e quelli per il conferimento di incarichi a collaboratori esterni, in conformità con quanto indicato, per le società a partecipazione pubblica, individuando i profili professionali e gli incarichi per i quali, in relazione agli specifici compiti assegnati, può derogarsi ai suddetti criteri e modalità’.

PER AD NO SLIDING DOORS PER UN ANNO
‘Nell’anno successivo al termine del mandato’, l’ad ‘non può assumere incarichi o fornire consulenze presso società concorrenti della Rai’. Si tratta della regolazione del principio delle sliding doors, cioè il passaggio di manager da aziende pubbliche a private e viceversa.

FINANZIAMENTO PUBBLICO ANCHE ALLE TV LOCALI
Rivoluzione in arrivo per le televisioni locali che potranno godere del finanziamento pubblico. COn l’approvazione di un emendamento a firma Laura Cantini (Pd), infatti, il governo è delegato ad adottare dlgs, oltre che per la disciplina del finanziamento pubblico della Rai, anche per disciplinare il finanziamento dell’emittenza locale.

L’emendamento aggiunge ai principi direttivi già contenuti nel testo un altro in base al quale si prevede la definizione delle modalità di finanziamento pubblico dell’emittenza locale ‘al fine di riconoscere e qualificare la funzione di pubblico interesse svolta e di garantire adeguata certezza di risorse’. Il relatore del provvedimento, Ranucci, ha comunque escluso che questa forma di finanziamento sarà a valere sul canone, ma servirà ad evitare distribuzione di risorse a pioggia, favorendo le realtà che effettivamente svolgono un servizio pubblico.

Gli altri principi delega con cui sarà rivisto il canone e non modificati in commissione, sono: revisione della normativa vigente in materia di canone di abbonamento, tenendo conto della giurisprudenza consolidata; efficientamento del sistema del finanziamento pubblico della Rai quale attuale concessionaria del servizio pubblico, in considerazione del livello di morosità riscontrata, dell’incremento delle disdette, dell’analisi costi-benefici, nel perseguimento di politiche finalizzate a perequazione sociale ed effettività della riscossione, garantendo, in ogni caso, l’indipendenza economica e finanziaria dell’azienda. E ancora: indicazione espressa delle norme abrogate; armonizzazione del sistema di finanziamento al modello societario della Rai.

A VIGILANZA LISTA INVITATI IN TRASMISSIONE
Il consiglio di amministrazione riferisce annualmente, prima dell’approvazione del bilancio,’ alla commissione di Vigilanza Rai ‘sulle attività svolte’ dall’azienda ‘consegnando l’elenco completo dei nominativi degli ospiti invitati o partecipanti le trasmissioni’. È quanto prevede un emendamento al ddl Rai (il 2.208), presentato da Forza Italia e approvato in commissione Lavori pubblici al Senato. Dall’emendamento è stata cancellata la previsione che stabiliva di comunicare anche il compenso ricevuto dagli ospiti.

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@fraciaraffo