Il mosaico banda larga si compone: Tommaso Pompei ad della newco di Enel

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ROMA (Public Policy) di Francesco Ciaraffo – Sarà Tommaso Pompei a guidare la newco di Enel che si occuperà dell’implementazione della banda larga in Italia. La decisione, ancora non ufficiale, arriva all’indomani del conferimento da parte del cda all’ad, Francesco Starace, del compito di costituire una newco che partecipi al progetto del governo sulla banda larga e nello stesso giorno in cui il Cdm approva un dlgs per favorire l’utilizzo di infrastrutture a rete esistenti per lo sviluppo della rete veloce.

Passi avanti quindi sul progetto su cui il premier Matteo Renzi punta non poco. Ma andiamo in ordine. Il cda di Enel, riunitosi giovedì, ha deciso di procedere alla costituzione di una società per azioni “al fine di poter avviare al più presto le attività finalizzate a operare nel mercato della fibra ottica cogliendone tempestivamente tutte le opportunità”, si legge in un documento interno visionato da Public Policy.

“Potenzialità che sono state riscontrate attraverso un’analisi su un campione di circa 40 Comuni, distribuiti sul territorio nazionale”, spiega ancora il documento. Da mesi ormai è noto il ruolo centrale del gigante elettrico. Tutto ruota intorno all’operazione di sostituzione dei contatori elettrici (programmata per il prossimo anno). Con l”occassione’, infatti, sarà consentito l’accesso alla banda ultra larga a tutti gli operatori che ne facciano richiesta e che siano in grado di assicurare gli standard qualitativi richiesti, “senza discriminazione e a parità di condizione economiche, come definite dall’Agcom”, si spiega ancora nel documento.

Lo stesso che spiega “Enel ha avviato un confronto con i principali attori interessati al progetto banda larga”, citando Cassa depositi e prestiti, Metroweb, Wind e Telecom che hanno “manifestato interesse”. Nell’operazione, quindi, entra Tommaso Pompei. Classe 1942, già ad di Wind quanto era controllata da Enel che guiderà la newco costituita per l’operazione.

Altro tassello al mosaico banda larga, il dlgs approvato ieri dal Consiglio dei ministri per favorire l’utilizzo di infrastrutture a rete esistenti per lo sviluppo della banda larga. Il provvedimento, che Public Policy ha potuto visionare, fa esplicito riferimento a “gestori di infrastruttura fisica” comprendendo in questa definizione imprese, ovvero enti pubblici o organismi di diritto pubblico, fornitori di reti di gas, elettricità (compresa l’illuminazione pubblica), riscaldamento, acqua (comprese le fognature e gli impianti di trattamento delle acque reflue e dei sistemi di drenaggio), ferrovie, strade, porti e aereoporti.

L’intervento normativo interessa dunque tutte le principali reti fisiche italiane e i loro gestori, come Enel, Terna, Snam, Rete ferroviaria italiana, Autostrade per l’Italia e Anas (ma anche, adesempio, le utilies che gestiscono le reti di illuminazione pubblica, come Acea a Roma) e stabilisce i criteri di accesso alle loro infrastrutture per l’installazione di nuovi componenti per la banda larga. In particolare, il decreto impone a questi soggetti l’obbligo di concedere l’accesso alle loro infrastrutture fisiche agli operatori delle reti di comunicazione che ne facciano richiesta scritta, per l’installazione di elementi per la “comunicazione elettronica ad alta velocità”. Si prevedono tuttavia casi e situazioni in cui tale accesso può essere negato, per ragioni di sicurezza delle reti, l’interferenza con con le tecnologie delle reti stesse, o la mancanza di spazio. (Public Policy)

@fraciaraffo