di Fabio Napoli
ROMA (Public Policy) – Con il respingimento da parte dei Consiglio di Stato dei ricorsi presentati dalla Regione Abruzzo contro il ministero dell’Ambiente e la società Spectrum Geo Lfd, per impedire l’avvio delle ricerche di gas e idrocarburi sul fondale marino, il tema delle trivellazioni in mare e dell’uso dell’airgun è tornato al centro del dibattito politico. Non è la prima volta che la politica si occupa di airgun, la tecnica di analisi dei fondali marini attraverso onde compressionali.
Nella legislatura appena conclusa, a marzo 2014, il tema finì improvvisamente al centro del dibattito politico quando, nel corso dell’esame della proposta di legge sugli ecoreati, con l’approvazione di un emendamento Gal-FI (con il quale il governo venne battuto), venne introdotto il divieto di utilizzare la tecnica dell’airgun per le attività di ricerca e di ispezione del fondali marini finalizzate alla coltivazione di idrocarburi. Il divieto, che prevedeva la reclusione da 1 a 3 anni, venne poi eliminato durante il passaggio successivo alla Camera. Il dibattito fu molto acceso perché a causa dell’approvazione dell’emendamento la pdl fu costretta ad altre due letture parlamentari con il rischio di non vedere mai la luce.
Il confronto fu così accesso che dal 2016 il ministero dell’Ambiente redige un rapporto annuale sull’uso di questa tecnica di ricerca e nei mesi successivi all’approvazione della legge sugli ecoreati – depurata dal reato sull’airgun – vennero incardinati nelle commissioni Industria e Ambiente al Senato due ddl del Movimento 5 stelle: “Disposizioni in materia di divieto dell’utilizzo dell’air gun per le attività di ispezione dei fondali marini finalizzate alla prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi” e “Disposizioni per la tutela della salute e dell’ambiente e per la prevenzione dei rischi derivanti dalle attività di prospezione, ricerca e produzione di idrocarburi liquidi e gassosi“.
I due provvedimenti rimasero nel cassetto. La nuova legislatura, invece, non è ancora iniziata che Liberi e uguali ha già annunciato che si occuperà del tema mentre il Movimento 5 stelle, che questa volta sarà il primo gruppo parlamentare, ha già ribadito la sua contrarietà. (Public Policy)
@Naffete