AMBIENTE, IL PIANO CLINI PER LA DIFESA DEL TERRITORIO

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(Public Policy) – Roma, 5 dic – Un programma di lavori di
manutenzione dei corsi d’acqua e di difesa dei centri
abitati, azioni di recupero dei terreni abbandonati, la
difesa dei boschi, la protezione delle coste e delle lagune
esposte all’innalzamento del mare, l’assicurazione
obbligatoria per le costruzioni nelle zone a rischio di
inondazione e divieto immediato di abitare o lavorare nelle
zone ad altissimo rischio idrogeologico.

Il ministro dell’Ambiente Corrado Clini ha inviato al
Comitato interministeriale per la programmazione economica
(Cipe) il piano strategico sulla difesa del territorio.

Il programma (da dettagliare ogni anno definendo gli
interventi in programma) sarà finanziato usando il 40% dei
proventi delle aste per i permessi di emissione di anidride
carbonica, proventi che la legge destina per almeno il 50%
ad azioni contro i cambiamenti del clima. Un’altra quota
delle risorse potrà venire dai carburanti, rimodulando
diversamente gli oneri a parità di peso fiscale.

Tra le misure urgenti è prevista l’attivazione delle
Autorità distrettuali di bacino idrografico, che da sei anni
avrebbero dovuto sostituire le vecchie Autorità di bacino
soppresse dalla legge 152 del 2006.

Il documento-Clini prevede che ogni quattro anni venga
aggiornato il Rapporto scientifico sui rischi dei
cambiamenti climatici e che vengano aggiornati al 2013 i
piani di assetto idrogeologico (Pai) delle Autorità
distrettuali idrografiche.

Le priorità di intervento sono, per esempio, i limiti alle
costruzioni nelle zone a rischio, il contenimento nell’uso
del suolo, la manutenzione dei corsi d’acqua (con
regimazione, pulizia degli alvei e altri lavori), il
ricupero dei terreni abbandonati o degradati puntando sulle
colture tradizionali e di qualità, la pulizia dei boschi
usando il legname raccolto anche come biomassa per produrre
energia pulita.

Il diradamento dei boschi più fitti servirà anche a ridurre
gli effetti degli incendi che, distruggendo le piante,
minacciano anche la stabilità geologica. Nel caso delle
foreste demaniali, si propone di fermare i rimboschimenti
fatti con pini e abeti d’importazione e di piantare invece
alberi tradizionali della zona.

Il ministro ricorda anche che “le previsioni dei
climatologi sono molto preoccupanti e risultano molto
esposte al rischio di alluvione tutte le zone costiere
dell’alto Adriatico, da Ravenna a Monfalcone, dove molti
territori si trovano a quote inferiori al livello del mare”.

L’assicurazione obbligatoria, sostiene Clini, si rende
necessaria “per consentire a chiunque viva o lavori nelle
aree a rischio idrogeologico di avere la certezza del
risarcimento in caso di danni, per ridurre i costi dei premi
assicurativi e per non gravare sulle tasche di tutti gli
italiani attraverso i risarcimenti con fondi pubblici”.
(Public Policy)

SPE