L’appello di un centinaio di senatori per Ahmadreza Djalali

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ROMA (Public Policy) – Oltre un terzo dei membri del Senato, di tutti i gruppi parlamentari, ha sottoscritto un’interpellanza urgente al ministro degli Esteri Angelino Alfano per scongiurare l’esecuzione di Ahmadreza Djalali, medico e ricercatore iraniano di 45 anni, condannato a morte dal giudice del Tribunale rivoluzionario, Abolghasem Salavati, la scorsa settimana. Restano meno di venti giorni per fare appello contro la sentenza.

Lo comunicano la senatrice a vita Elena Cattaneo, il presidente della commissione straordinaria per la Tutela e la promozione dei diritti umani, Luigi Manconi, ed Elena Ferrara, promotori dell’iniziativa. “Con il testo depositato, sottoscritto trasversalmente da ben 126 senatori, crediamo si rappresenti appieno l’urgenza dell’intervento che si richiede al nostro Governo”.

“L’interpellanza – continuano i senatori –  ricostruisce la vicenda e la storia accademica di Ahmadreza Djalali che è stato docente e ricercatore in medicina dei disastri presso varie università europee, in Italia, in Svezia e in Belgio, sottolineando come le autorità iraniane stiano realizzando un processo alla conoscenza nella persona di un ricercatore il cui unico torto sembra l’essersi più volte rifiutato – come rivelato da un articolo di Nature del 23 ottobre scorso – di fare da spia per l’Iran nei confronti dei Paesi in cui svolgeva l’attività accademica”.

La circostanza getta ulteriori ombre sulla vicenda, che ripete quanto raccontato da altri ricercatori iraniani come Omid Kokabee, rilasciato nell’agosto del 2016 dopo 5 anni di prigionia, o il dottore di ricerca in finanza Hamid Babei che sta scontando sei anni di prigione. “L’Iran punisce, arresta, detiene e, in questo ultimo tragico caso, condanna a morte gli studiosi che si rifiutano di compiere attività di spionaggio in danno dei propri colleghi”, si legge in un comunicato firmato dai senatori.

Con l’interpellanza urgente depositata si chiede, in particolare, di “conoscere quali iniziative il Governo italiano abbia adottato nei mesi scorsi, come dichiarato dal ministro degli Esteri Angelino Alfano il 23 ottobre 2017, e quali ulteriori passi intenda tempestivamente adottare alla luce dell’aggravarsi della situazione, sia attraverso la propria Sede diplomatica, sia coinvolgendo le Istituzioni europee ed in particolare l‘Alto rappresentante dell’Unione europea per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, per scongiurare l’esecuzione della sentenza di messa a morte e restituire alla libertà il dottor Ahmadreza Djalali”.

I senatori osservano in conclusione che “un ricercatore recluso e in predicato d’esecuzione è un fatto inaudito che deve essere vissuto dalla comunità degli Stati liberi al pari di un’aggressione al corpo diplomatico o ad un soldato in servizio di peacekeeping”. (Public Policy) RED