Aspettando settembre, nel Pd è scontro sui vitalizi

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di Sonia Ricci 

ROMA (Public Policy) – I vitalizi tornano a far discutere deputati e senatori, ma questa volta a distanza in quanto le aule parlamentari sono chiuse per la pausa estiva. Dopo il via libera della Camera, il testo attende di essere votato dal Senato e giace in commissione Affari costituzionali dove è approdato a fine luglio scorso. Il testo non piace a molti senatori del Partito democratico che promettono battaglia in aula per evitare l’approvazione. A capo della pattuglia di parlamentari c’è il senatore Pd Ugo Sposetti. Tocca al presidente dei senatori dem a Palazzo Madama, Luigi Zanda, frenare le polemiche e rimettere in riga i critici all’interno del gruppo: “Insabbiare il testo? Non se ne parla”, spiega. La ripresa dei lavori – assicura il capogruppo – riprenderà dopo la pausa estiva.

In ogni caso, i parlamentari del Movimento 5 stelle accusano Zanda e Sposetti di essere d’accordo con l’obiettivo di “affossare” la legge. “Sull’abolizione dei vitalizi, solo due giorni fa Zanda affermava che è legittimo pensare che la legge sui vitalizi non sarà votata al Senato. Ed oggi, ipocritamente, ci viene a dire che occorre un ulteriore esame di costituzionalità sul testo. Praticamente una provocazione ed un pretesto ipocrita – sostengono i 5 stelle – che servirà ad insabbiare il provvedimento fino a fine legislatura. Si legge Sposetti ma si scrive Zanda”.

La proposta di legge, a prima firma Matteo Richetti (Pd) e molto voluta dal Movimento, è stata approvata da Montecitorio a fine luglio. Le novità principali sono due: la stretta riguarderà in particolare gli ex parlamentari, ovvero coloro che già percepiscono l’assegno vitalizio, che saranno calcolati con il metodo contributivo e non più il retributivo. E ancora: le pensioni, a partire dalla prossima legislatura, non arriveranno al compimento dei 65 anni ma più in avanti, in linea con le regole della legge Fornero.

TAGLIO DELL’ASSEGNO

L’assegno degli ex parlamentari dovrà essere tagliato. La norma contenuta nella pdl Richetti è retroattiva. Dunque, anche per i parlamentari eletti nel 2012 (anno della riforma dei vitalizi) scatterà il calcolo della pensione secondo il calcolo contributivo, ovvero commisurato ai contributi realmente versati. Anche le Regioni dovranno adeguarsi alla rimodulazione degli assegni che spettano agli ex consiglieri regionali.

SANZIONI PER REGIONI INADEMPIENTI

Le Regioni che non ricalcoleranno i vecchi assegni riceveranno una sanzione. Questa consiste nel taglio del 50% delle risorse destinate alle pensioni.

EROGAZIONE SPETTA A CAMERA E SENATO

A differenza di quanto previsto in commissione Affari costituzionali, l’erogazione dei vitalizi resterà in capo a Camera e Senato e non passerà dunque all’Inps. La versione originaria del testo prevedeva l’istituzione di una gestione separata all’istituto di previdenza, ma la commissione Bilancio ha chiesto di cancellarla per problemi di copertura finanziaria.

DA PROSSIMA LEGISLATURA IN PENSIONE CON LEGGE FORNERO

In futuro cambieranno i criteri anagrafici per l’erogazione della pensione dei parlamentari. Dalla prossima legislatura “saranno quelli della legge Fornero”. L’adeguamento alla legge Fornero comporterà un aumento dei requisiti anagrafici richiesti per l’accesso all’assegno mensile. La norma, però, non sarà applicata per i parlamentari odierni, ma dalla prossima legislatura.

ESCLUSE PENSIONI CITTADINI DA RICALCOLO

Salve le pensioni dei cittadini dal ricalcolo dell’assegno. L’emendamento circoscrive il passaggio dal metodo retributivo al contributivo solo per le pensioni dei parlamentari. “In considerazione della difficoltà tra la natura e il regime giuridico dei vitalizi e dei trattamenti pensionistici – di cariche elettive e quelli dei trattamenti pensionistici ordinari – si legge nella proposta che modifica l’articolo 13 e che sarà votata in giornata dall’assemblea – la rideterminazione” degli assegni vitalizi “non può in alcun caso essere applicata alle pensioni in essere e future dei lavoratori dipendenti e autonomi. Sulla norma però sono stati espressi dubbi da parte di molti parlamentari, in particolare dal presidente della commissione Lavoro Cesare Damiano.

CONGELATI PER CHI SVOLGE ALTRI INCARICHI

L’assegno vitalizio sarà congelato per il parlamentare che ricopre un incarico “istituzionale per il quale la Costituzione o altra legge costituzionale prevedano l’incompatibilità”. (Public Policy) SOR