BRUXELLES (Policy Europe / Public Policy) – Andrà avanti fino all’8 settembre la consultazione lanciata dalla Commissione europea per garantire che le regole di concorrenza dell’Ue non ostacolino la contrattazione collettiva per i lavoratori autonomi. “L’iniziativa – spiega la Commissione – mira a garantire che le condizioni di lavoro possano essere migliorate attraverso contratti collettivi non solo per i lavoratori dipendenti, ma anche per i lavoratori autonomi che hanno bisogno di protezione”.
A partecipare alla consultazione, sono state invitate “le parti interessate del settore pubblico e privato, comprese le autorità della concorrenza e gli enti governativi, il mondo accademico, nonché i sindacati e le organizzazioni dei professionisti del settore legale ed economico e dei datori di lavoro”. Tutti potranno esprimersi “sul pacchetto di legge sui servizi digitali (sezione V della consultazione, relativa ai lavoratori autonomi)” e le risposte, assicura la Commissione, “alimenteranno le riflessioni in corso per questa iniziativa”.
In autunno, poi, la Commissione prevede di pubblicare la prima valutazione d’impatto che “definirà le opzioni iniziali per le azioni future” e a quel punto sarà avviata una consultazione pubblica sul tema dei lavoratori autonomi.
PROBLEMA È INTERPRETAZIONE ERRATA NORME DI CONCORRENZA
Il problema nasce in molti Paesi membri perché i lavoratori autonomi e freelance non sono autorizzati a contrattare collettivamente a causa di interpretazioni errate del diritto comunitario della concorrenza
Sebbene la Corte di giustizia dell’Unione europea abbia riconosciuto da tempo che “la contrattazione collettiva con i lavoratori non rientra nell’ambito di applicazione delle norme comunitarie in materia di concorrenza”, le preoccupazioni sono sorte, tuttavia, “quando si tenta di estendere la contrattazione collettiva a gruppi di professionisti che, almeno formalmente, non sono dipendenti, come i lavoratori autonomi”.
Secondo il diritto della concorrenza dell’Ue, “tali professionisti sono considerati “imprese” e gli accordi da loro stipulati (come la contrattazione collettiva) possono quindi essere ricompresi nell’ambito delle regole di concorrenza”, spiega la Commssione.
“Oggi stiamo avviando un processo per garantire che coloro che ne hanno bisogno possano partecipare alla contrattazione collettiva senza il timore di violare le regole della concorrenza dell’Ue”, ha affermato la commissaria alla Concorrenza, Margrethe Vestager. “Dobbiamo quindi fornire chiarezza a coloro che hanno bisogno di negoziare collettivamente per migliorare le loro condizioni di lavoro”.
PRIME REAZIONI NEGATIVE DEI SINDACATI
Parallelamente alla consultazione pubblica in corso, “la Commissione si sta anche impegnando a stretto contatto con le parti sociali – sindacati e organizzazioni dei datori di lavoro”.
Tuttavia è proprio dalla Confederazione europea dei sindacati (Ces) che sono arrivate le prime critiche all’iniziativa della Commissione. La Ces si è detta infatti “delusa e frustrata dal fatto che i lavoratori autonomi e freelance dovranno aspettare anni per avere una retribuzione equa e condizioni di lavoro dignitose”.
Ha poi aggiunto che “la Commissione ha annunciato piani per risolvere il problema nell’ambito delle discussioni sulla legge sui servizi digitali, discussioni che potrebbero andare avanti per anni”, dicono i sindacati”.
La soluzione, invece, sarebbe “facilmente disponibile” secondo Luca Visentini, segretario generale della Ces. “L’Ue dovrebbe confermare la corretta interpretazione del diritto della concorrenza per escludere completamente i contratti collettivi dal campo di applicazione dell’articolo 101 del Tfue e delle norme nazionali sulla concorrenza. I lavoratori non hanno bisogno di anni di dibattito e la soluzione non deve essere collegata a tutta una serie di questioni relative ai servizi digitali”.
Secondo Visentin, “la Commissione ha lanciato un processo complicato che genererà molta confusione e ritarderà le soluzioni tanto necessarie”. (Policy Europe / Public Policy) ECH