ROMA (Public Policy) – Stop al divieto di partecipare alla ricostruzione del ponte Morandi per tutti i concessionari, eccetto per la società Autostrade per l’Italia. È stato approvato l’emendamento del Governo al dl Urgenze nelle commissioni Ambiente e Trasporti alla Camera. L’emendamento, inoltre, stabilisce che l’aggiudicatario delle opere dovrà costituire una struttura giuridica con patrimonio e contabilità separate.
Le concessionarie autostradali – prevede un’altra parte dell’emendamento approvato – avranno inoltre 12 mesi di tempo per verificare le condizioni e mettere in sicurezza “tutte le infrastrutture viarie oggetto di atti convenzionali, con particolare riguardo ai ponti, viadotti e cavalcavia”. Il commissario per la ricostruzione assumerà poi la gestione diretta delle tratte interessate delle autostrade A7 e A10.
Per quanto riguarda gli sfollati l’emendamento prevede – tra le altre cose – indennità fino a poco più di 2mila euro a metro quadro. Le indennità saranno a carico di Austrade ma in caso di omesso versamento entro i termini previsti subentrerà il commissario, salvo poi la possibilità di rivalersi su Aspi. Al ristoro, si aggiungono poi le indennità di 45mila euro in base a una legge di Regione Liguria e quella per l’improvviso sgombero di 36mila euro.
Autostrade per l’Italia potrà però realizzare le opere propedeutiche alla ricostruzione del ponte Morandi. Lo prevede un altro emendamento al dl presentato dai relatori e approvato nelle commissioni della Camera.
Nel dettaglio l’emendamento ha eliminato dall’articolato del Governo il divieto per il commissario di affidare i lavori propedeuci alla realizzazione del ponte ad Autostrade.
Rospi ha spiegato a Public Policy che questa possibilità è stata reintrodotta “solo per i lavori di rimozione delle macerie”. Del parere opposto la capigruppo Pd in commissione Ambiente Chiara Braga, per la quale questo emendamento “rende chiaro – ha spiegato a Public Policy – che la demolizione del ponte verrà affidata ad Autostrade, dopo tante dichiarazioni che avevano assicurato che Aspi non avrebbe toccato pietra“.
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NAF