ROMA (Public Policy) – Dovrà essere un decreto attuativo del ministro dell’Economia a definire le modalità di presentazione della domanda di indennizzo, sia per i rimborsi diretti con sola valutazione dei requisiti oggettivi e soggettivi, sia per quelli tramite verifica più approfondita, nonché i piani di riparto delle risorse disponibili. Lo prevede il dl Crescita nella parte in cui modifica la manovra in materia di Fondo indennizzo risparmiatori (Fir) per i rimborsi ai privati che si considerano ‘truffati‘ dalle banche sottoposte a liquidazione dal 16 novembre 2015 e fino a tutto il 2017.
Il dl Crescita prevede che con il medesimo decreto Mef venga istituita e disciplinata l’apposita commissione tecnica di 9 membri per valutare le istanze di rimborso, i cui compiti sono: esame e l’ammissione delle domande all’indennizzo del Fir; verifica delle violazioni massive, nonché della sussistenza del nesso di causalità tra le medesime e il danno subito dai risparmiatori; erogazione dell’indennizzo da parte del Fir. Le verifiche riguardano quei risparmiatori che abbiano un reddito Irpef 2018 superiore a 35mila euro e un patrimonio mobiliare superiore a 100mila euro (soglia elevabile a 200mila euro se la Commissione Ue sarà d’accordo), senza però contare tra i titoli del patrimonio le azioni e le obbligazioni subordinate che sono state azzerate proprio con i crack bancari di cui ci si occupa. I risparmiatori con redditi o patrimoni sotto tali soglie devono essere soddisfatti, non solo in via diretta, ma “con priorità” rispetto agli altri.
Secondo il dl Crescita, le verifiche per i risparmiatori con reddito o patrimonio più alti “possono avvenire anche attraverso la preventiva tipizzazione delle violazioni massive e la corrispondente identificazione degli elementi oggettivi e/o soggettivi in presenza dei quali l’indennizzo può essere direttamente erogato”. Le tipizzazioni non sono però contenute nel dl Crescita, ma vengono affidate al decreto attuativo, il quale “indica i tempi delle procedure di definizione delle istanze presentate” e, appunto, “in modo non tassativo, le fattispecie di violazioni massive”.