Cantiere Taranto, dagli sgravi per le assunzioni agli investimenti: la bozza

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di Francesco Ciaraffo

ROMA (Public Policy) – Tanta ex Ilva, certo, ma anche interventi per la città: si va dagli sgravi per chi assume lavoratori in esubero dal siderurgico, alla rinuncia, da parte dello Stato, di una parte di Imu per essere investita sul territorio. È il Cantiere Taranto, il decreto legge annunciato nelle scorse settimane dal Governo e che ora prende forma.

Vediamo il contenuto, in base a una bozza presa in visione da Public Policy:

FONDO SOLIDARIETÀ PER LAVORATORI EX ILVA

Arriva il Fondo per la tutela dei lavoratori ex Ilva in amministrazione straordinaria. Le risorse, 50 milioni di euro, saranno destinate alla riqualificazione e alla mobilità professionale, nonché al reinserimento occupazionale. Sarà un decreto del ministero del Lavoro a definire criteri e modalità di accesso al Fondo.

SGRAVI CONTRIBUTIVI A DATORI CHE ASSUMONO ESUBERI EX ILVA

Esonero triennale del 100% dei contributi previdenziali per i datori che assumono, a tempo indeterminato, lavoratori in esubero da ex Ilva. La norma è indicata per gli anni 2020 e 2021. Il bonus sarebbe riconosciuto anche in caso di assunzione di lavoro in esubero alla luce di nuovi accordi con ArcelorMittal nel 2020.

BONUS A LAVORATORE CHE ACCETTA INCARICO LONTANO DA TARANTO

Per il 2020 e 2021, ai lavoratori in esubero da ex Ilva che accettano una offerta di lavoro a più di 150 chilometri di distanza dalla residenza è riconosciuto, per 12 mesi, un bonus pari al trattamento di Naspi o della Cigs che sarebbe stato altrimenti corrisposto. Secondo la relazione tecnica, l’importo medio della Naspi ricosciuto alla platea dei lavoratori interessati è di circa 700 euro al mese.

ASSEGNO RICOLLOCAZIONE A EX ILVA

Per il 2020 e 2021, i lavoratori in esubero da ex Ilva percettori della Naspi ricevono l’assegno di ricollocazione. Il beneficio è funzionale per il riconoscimento a questi lavoratori, in caso di accettazione di un’offerta di lavoro con altro datore, dell’esenzione del reddito imponibile ai fini Irpef delle somme percepite come conseguenza della cessazione del rapporto di lavoro, entro il limite massimo di nove mensilità. Il dl, inoltre, estende quest’ultimo limite massimo a dodici mesi.

Ma lo stesso assegno di ricollocazione permette di riconoscere bonus anche al datore che assume a tempo indeterminato. Nello specifico, l’esonero contributivo al 100% fino a trentasei mesi. Nei casi di assunzione a tempo determinato viene confermata la durata massima di 12 mesi previsti dalla normativa attuale e l’esonero contributivo al 50%. Nei casi in cui il contratto a tempo determinato venga trasformato a tempo indeterminato, il beneficio contributivo spetta al 100% per una durata non superiore alla differenza fra trentasei mesi e la durata dell’esonero di cui il datore di lavoro ha già usufruito per lo stesso lavoratore.

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@fraciaraffo