ROMA (Public Policy) – “È essenziale ed urgente cancellare la norma sul sistema cauzionale, l’articolo 25 del Collegato ambientale, per evitare notevoli gravami ad interi settori industriali e anche danni ambientali derivanti dall’inutile incremento di trasporto dei vuoti, vuoti che oggi in Italia vengono efficacemente, dal punto di vista economico ed ambientale, riciclati”.
Lo ha affermato Cesare Maffei, presidente del Centro imballaggi alluminio (Cial), intervenendo in audizione nella commissione Ambiente di Palazzo Madama sul collegato ambientale e riferendosi in particolare alla norma che introduce in via sperimentale il sistema del vuoto a rendere su cauzione per gli imballaggi di acqua e birra venduti presso alberghi e residenze di villeggiatura, ristoranti, bar e altri locali pubblici.
“Nel caso l’articolo 25 fosse approvato, le forze che lo sostengono in Parlamento dovranno assumersi la piena responsabilità dei suoi effetti nefasti, dal punto di vista economico ed anche occupazionale – aggiunge Maffei – Prima di tutto, chi scrive questa norma ignora che una lattina di alluminio non è tecnologicamente ed economicamente riutilizzabile a costi sostenibili. Inoltre, l’articolo 25 comprometterà la virtuosità che caratterizza il sistema italiano di recupero e riciclo degli imballaggi, oggi in grado di rispettare e, in alcuni casi, perfino superare gli obiettivi ambientali fissati dalla legislazione europea”.
Il presidente del consorzio sottolinea poi come nel 2013, grazie al riciclo di 43.900 tonnellate di imballaggi in alluminio, siano state evitate emissioni serra pari a 370mila tonnellate di Co2 e come sia stata risparmiata energia per oltre 160mila tonnellate equivalenti di petrolio. “Andare a imporre modifiche e costi ad un settore, quello del riciclo, che per fortuna è ancora virtuoso, solo per inseguire un obiettivo, quello del riutilizzo, di cui autorevolissimi studi europei dicono che i danni sono superiori ai benefici, mi sembra un lusso, ma sarebbe meglio dire una follia, che nessuno in Italia si può permettere oggi”, conclude il presidente Maffei ricalcando di fatto le posizioni già espresse da Confindustria (ma non solo). (Public Policy)
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