Com’è finita con la proposta delle opposizioni sulla settimana corta

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di Giuseppe Pastore

ROMA (Public Policy) – Dopo mesi di attesa, la proposta di legge di Avs, M5s e Pd sulla settimana corta (o meglio sulla riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario) torna in commissione Lavoro. Lo ha stabilito la scorsa settimana l’aula della Camera votando a favore della proposta di rinviare in commissione il testo sul quale sarebbero emerse “criticità sotto il profilo della copertura finanziaria”, ha spiegato in assemblea il presidente della XI di Montecitorio, Walter Rizzetto (FdI).

A sollevare perplessità sulle coperture è stata la sottosegretaria al Mef, Sandra Savino, che durante una seduta della commissione Bilancio ha evidenziato come “sebbene l’ambito di applicazione delle disposizioni sia limitato al settore privato, così come scritto nel testo, ad una prima valutazione la stima appare quantificabile nell’ordine di oltre 8 miliardi di euro”.

Il testo, in realtà, quantifica gli oneri in 275 milioni di euro annui per il 2025 e per il 2026. E sulle relative coperture sono stati depositati due emendamenti sottoscritti da Maria Cecilia Guerra (Pd) e Marco Grimaldi (Avs) che individuano fondi diversi da cui attingere per evitare – viene riferito – che il Governo obietti di aver già “opzionato” uno dei fondi indicati per altri provvedimenti.

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@cg_pastore