ROMA (Public Policy) – Prevedere che l’istituzione e l’attuazione delle procedure relative alle valutazioni di impatto sulla sicurezza stradale, ai controlli sulla sicurezza stradale e alle ispezioni di sicurezza si applichino non solo alle strade che fanno parte della rete stradale transeuropea ma anche “alle autostrade e alle strade principali, siano esse in fase, di progettazione, in costruzione o già aperte al traffico”. E la prima Viss a livello di rete dovrà essere effettuato entro e non oltre il 2024. Lo prevede uno schema di dlgs sulla gestione della sicurezza delle infrastrutture stradali, in attuazione della direttiva Ue 1936 del 2019.
Lo schema di provvedimento è stato approvato in via preliminare la scorsa settimana in Cdm.
In via generale, il decreto introduce “nuove procedure volte alle valutazioni della sicurezza stradale a livello di rete, individua la classificazione della sicurezza come la classificazione di parti della rete stradale esistente in categorie, in base alla loro sicurezza intrinseca misurata oggettivamente” e reca disposizioni sugli utenti vulnerabili della strada, ossia i motociclistici. Vediamo il contenuto.
VALUTAZIONE IMPATTO STRADALE
Secondo lo schema del provvedimento, con cui si va a modificare la normativa italiana vigente in materia di sicurezza delle infrastrutture stradali, il dlgs 35 del 2011 (in attuazione della direttiva Ue 96 del 2008), la nuova normativa sulla sicurezza (tra cui ad esempio la Viss, la valutazione di impatto stradale) si applicherà anche alle strade situate “nelle aree extraurbane, che non sono serventi aree pubbliche o private che li costeggiano e che hanno usufruito di finanziamenti a valere su risorse stanziate dall’Unione europea, ad eccezione delle strade non aperte al traffico automobilistico generale ” (come, ad esempio, le piste ciclabili, o le strade non destinate al traffico generale, come quelle di accesso a siti industriali, agricoli o forestali).
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IAC