ROMA (Public Policy) – Essere affetti da una patologia irreversibile, avere una prognosi infausta o essere portatori di una condizione clinica irreversibile, vivere grazie ad un macchinario ad hoc ed essere assistiti dalla rete di cure palliative (o averle rifiutate): una persona maggiorenne affetta da sofferenze fisiche o psicologiche ritenute “intollerabili” che si trovi in queste condizioni può fare “richiesta di morte volontaria assistita medicalmente”, se è “capace di prendere decisioni libere e consapevoli“.
È quanto previsto dal testo base adottato la scorsa settimana nelle commissioni Giustizia e Affari sociali alla Camera in materia di eutanasia attiva, ossia di “morte volontaria medicalmente assistita”.
I relatori della proposta, che unisce 8 diverse pdl, sono Alfredo Bazoli (Pd) per la II commissione e Nicola Provenza (M5s) per la XII.
MORTE VOLONTARIA MEDICALMENTE ASSISTITA
Secondo la pdl si intende per “morte volontaria medicalmente assistita il decesso cagionato da un atto autonomo” con cui si pone fine alla propria esistenza “in modo volontario, dignitoso e consapevole, con il supporto e la supervisione del Ssn”.
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IAC