CRISI, UNIONCAMERE: MENO DI 5 MILA EURO PER FAR NASCERE UN’IMPRESA

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(Public Policy) – Roma, 26 apr – Oltre metà dei
neoimprenditori che hanno aperto una azienda nel 2012 si
sono messi in proprio investendo meno di 5 mila euro ma la
crisi e la burocrazia sono ostacoli difficili da superare.

Il Centro studi di Unioncamere, con una indagine su un
campione significativo delle circa 384 mila imprese
iscrittesi alle Camere di commercio nel 2012, ha
quantificato in quasi 172 mila le “vere” nuove imprese
attive (pari al 45% del totale), ovvero quelle che non hanno
legami con imprese preesistenti.

Il presidente di Unioncamere Ferruccio Dardanello ha
dichiarato: “Non possiamo deludere le legittime aspettative
di quanti malgrado tutto continuano ad investire su sé
stessi. Occorre rimettere l’impresa al centro delle
attenzioni della politica e delle istituzioni. Perché
l’impresa è prima di tutto lavoro e costruzione del nostro
domani”.

Le nuove imprese nascono soprattutto piccole: in più della
metà dei casi, infatti, l’investimento iniziale è stato di
soli 5 mila euro, mentre nel 27% di una cifra compresa tra i
5 mila e i 10 mila euro. Non a caso, nell’88% dei casi, le
vere nuove imprese del 2012 hanno assunto la forma della
ditta individuale.

CHI È IL NEOIMPRENDITORE
In netta maggioranza (74%) sono gli uomini a intraprendere
il percorso imprenditoriale e, in generale, la nazionalità
più rappresentata è quella italiana (87%), ma l’apporto
degli immigrati extra-comunitari (8%) è superiore a quello
dei comunitari (5%). E’ il diploma (nel 44% dei casi) il
volano per affrontare la sfida dei mercati, specialmente in
virtù del fatto che nella stragrande maggioranza dei casi si
diventa imprenditori dopo aver compiuto qualche altra
esperienza lavorativa e quindi con un bagaglio di competenze
pratiche a sostegno della nuova attività, oltre che delle
conoscenze acquisite nel percorso formativo.

Lo sbocco lavorativo è
anche il fattore che induce quanti hanno perso una
precedente occupazione (circa il 9% dei totale dei neo
capitani d’impresa) a tentare la strada dell’imprenditoria.

LE DIFFICOLTÀ DENUNCIATE
Se si esclude una quota di circa un’impresa su dieci per
cui i primi passi non sono stati connotati da difficoltà
significative, il ventaglio di problematiche più
frequentemente segnalate è risultato piuttosto ampio.

Il 23% dei neoimprenditori ha denunciato che il clima
economico generale si è dimostrato da subito un ostacolo
particolarmente subdolo con cui fare i conti, dal momento
che sono pochi gli strumenti per fronteggiarlo nella fase in
cui l’impresa deve ancora costruire una rete di fornitori e
clienti, cui poter fare stabilmente riferimento. A ciò si
aggiunge che in un momento in cui i consumi sono in
contrazione e la domanda è debole, l’inserimento nel
segmento di mercato individuato è fonte di problemi nell’11%
delle dichiarazioni delle nuove imprese; mentre un ulteriore
10,7% ha avvertito da subito il peso della concorrenza.

Dare il via all’impresa è però difficile anche per le
condizioni di tipo normativo: complessivamente, poco meno di
un quinto delle risposte indica tra le fonti di criticità la
conoscenza delle leggi e l’iter amministrativo da seguire
per portare a compimento le procedure diinizio attività, cui
si aggiunge un ulteriore 5,8% di risposte di quanti
avvertono immediatamente il peso del sistema fiscale.

Più rilevanti, con oltre il 10% delle segnalazioni, i
problemi di tipo finanziario (mancanza di capitale e
scarsità del credito), anch’essi però sensibilmente
acutizzati dal razionamento del credito che riguarda
l’intero sistema produttivo. (Public Policy)

SPE