Cybersecurity, nasce l’Agenzia nazionale (Acn): il decreto

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ROMA (Public Policy) – La nuova Agenzia per la cybersicurezza nazionale (Acn), che verrà istituita “a tutela degli interessi nazionali nel campo della cybersicurezza, anche ai fini della tutela della sicurezza nazionale nello spazio cibernetico” con sede a Roma, avrà personalità giuridica di diritto pubblico e sarà dotata di autonomia regolamentare, amministrativa, patrimoniale, organizzativa, contabile e finanziaria. L’Agenzia sarà Autorità nazionale per la cybersicurezza e dovrà quindi assicurare il coordinamento tra i soggetti pubblici coinvolti in materia di cybersicurezza a livello nazionale e promuovere la realizzazione di azioni comuni dirette ad assicurare la sicurezza e resilienza cibernetiche per lo sviluppo della digitalizzazione del Paese, del sistema produttivo e delle pubbliche amministrazioni, nonché per il conseguimento dell’autonomia, nazionale ed europea, riguardo a prodotti e processi informatici di rilevanza strategica a tutela degli interessi nazionali nel settore.

Lo prevede la bozza del decreto legge con “Disposizioni urgenti in materia di cybersicurezza, definizione dell’architettura nazionale di cybersicurezza e istituzione dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale”, approvato giovedì dal Consiglio dei ministri, di cui Public Policy ha preso visione.

La direzione generale dell’Agenzia sarà affidata ad un dirigente di prima fascia dell’amministrazione dello Stato o equiparato, individuato tra persone di particolare e comprovata qualificazione professionale in materia di cybersicurezza e in possesso di una documentata esperienza di elevato livello nella gestione di processi di innovazione. Secondo la bozza, gli incarichi del direttore generale dell’Acn e del vicedirettore generale hanno la durata massima di quattro anni e sono rinnovabili per una durata complessiva massima di ulteriori quatto anni. Il direttore generale dell’Agenzia è il diretto referente del presidente del Consiglio dei ministri e dell’Autorità delegata, ove istituita, ossia il ministro senza portafoglio o il sottosegretario (come previsto dalla legge su “Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica e nuova disciplina del segreto”), a cui lo stesso premier può demandare le funzioni, tra cui quelle previste dal nuovo decreto, che non siano a lui attribuite in via esclusiva.

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GIL-FRA