ROMA (Public Policy) – Sono 15 gli emendamenti al disegno di legge Delrio sul superamento delle Province dichiarati inammissibili per mancanza di copertura finanziaria dalla commissione Bilancio della Camera. Tra questi ci sono anche i tre emendamenti della Lega, di Forza Italia e di Scelta civica che miravano “a sopprimere la disposizione in base alla quale, nei casi di subentro parziale della Città metropolitana, gli oneri della gestione commissariale sono a carico dei Comuni che hanno dichiarato la volontà di continuare a far parte della Provincia”.
Molti di più invece gli emendamenti presentati in Aula, dove il testo è in esame, “sui cui profili finanziari ritiene opportuno acquisire l’avviso del Governo” per chiarire “se gli eventuali effetti negativi derivanti dall’attuazione degli stessi siano o meno compensati dai maggiori risparmi prodotti dal provvedimento”.
Tra questi (circa 140) anche i due della commissione Affari costituzionali “che prevedono, rispettivamente, l’eventuale istituzione di ulteriori Città metropolitane nelle Province individuate come metropolitane nell’ambito delle Regioni a statuto speciale Sicilia, Sardegna e Friuli Venezia Giulia, nonché nelle Province con popolazione superiore a un milione di abitanti”. Stessa sorte è toccata all’emendamento di Sel, “che, ai fini del contenimento della spesa pubblica, prevede, tra le altre cose, che gli enti intermedi, gli enti, le agenzie, i consorzi pubblici, gli Ato e gli altri organismi pubblici che svolgono funzioni di governo di aria vasta siano soppressi, attribuendo le relative competenze alle Province e alle aree metropolitane”.
Per tutti questi emendamenti il relatore democratico in commissione Bilancio Angelo Rughetti aveva ricordato che “nella seduta del 2 dicembre 2013, la commissione ha espresso sul testo del provvedimento all’esame dell’Assemblea un parere di nulla osta preso atto dei chiarimenti del Governo, secondo il quale il provvedimento stesso determina nel complesso notevoli risparmi per la finanza pubblica non scontati nei tendenziali a legislazione vigente, e che, pertanto, anche qualora alcune specifiche norme introdotte durante l’esame in sede referente dalla commissione Affari costituzionali presentassero marginali effetti negativi, essi sarebbero ampiamente compensati dai maggiori risparmi prodotti dal provvedimento”. (Public Policy)
NAF